L'indagine della Procura sul produttore Andrea Iervolino getta un'ombra pesante sulle ambizioni di Torino come capitale del cinema. L'arrivo di star come Johnny Depp e Mike Tyson aveva acceso i riflettori sulla citt?, ma ora la narrazione ? dominata da presunti illeciti finanziari, promesse non mantenute e un grave danno per l'ecosistema imprendito
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Non molto tempo fa, Torino si specchiava nel Po sognando di essere la nuova Hollywood. L'arrivo di star internazionali del calibro di Johnny Depp e Mike Tyson non era solo un evento mediatico, ma la prova tangibile di un'ambizione che prendeva forma: trasformare la citt? in un polo produttivo cinematografico d'avanguardia, capace di attrarre capitali e talenti da tutto il mondo. Oggi, quel sogno rischia di infrangersi contro la dura realt? di un'inchiesta giudiziaria che ne svela un retroscena fatto di presunte alchimie contabili e accordi non onorati.
La vicenda, che vede al centro il produttore Andrea Iervolino, colpisce direttamente al cuore la reputazione di Torino. Il progetto "Hollywood sul Po" aveva posizionato la citt? sulla mappa dell'innovazione, grazie soprattutto al prestigioso e avanzato virtual set della media company torinese Prodea Group. Era questo il fiore all'occhiello, il simbolo di una citt? che investiva in tecnologia per attrarre le grandi produzioni.
Tuttavia, ? proprio da questo simbolo che emerge la prima crepa. La denuncia di Prodea per un contratto d'affitto milionario non pagato da Iervolino trasforma un rapporto di collaborazione in una battaglia legale. Per Torino, questo non ? solo un contenzioso tra privati: ? il fallimento di una partnership strategica che doveva portare ricchezza e prestigio e che invece lascia un partner locale in grave difficolt?, costretto ad avviare una procedura per la gestione della crisi d'impresa. L'impatto sull'ecosistema imprenditoriale torinese ? diretto e tangibile.
L'inchiesta della Procura di Torino, che ipotizza false fatturazioni, appropriazioni indebite e operazioni per dirottare fondi ai danni della ILBE (la societ? di Iervolino e della sua ex socia Lady Monika Bacardi, ora rinominata Sipario Movies), cambia completamente la narrazione. La citt?, da sfondo di produzioni glamour, diventa la scena di un presunto scandalo finanziario. La promessa di un'et? dell'oro per il cinema locale viene offuscata dal sospetto che la sua stessa base fosse fragile e costruita su presunti artifici contabili.
Il colpo di grazia alla reputazione del progetto arriva dalla revoca di 66 milioni di euro di Tax Credit da parte del Ministero della Cultura. Questo dettaglio sposta la questione da un piano imprenditoriale a uno di interesse pubblico. Suggerisce che il meccanismo che ha portato le star internazionali a Torino potrebbe essere stato alimentato da fondi ottenuti attraverso costi "artificiosamente moltiplicati", come accusano gli inquirenti.
Per Torino, l'eredit? di questa vicenda ? amara. Il brand "Hollywood sul Po", un tempo sinonimo di innovazione e rinascita culturale, oggi ? indissolubilmente legato a un'inchiesta per presunte frodi. La vicenda non solo lascia l'amaro in bocca per un'opportunit? forse sprecata, ma funge da severo monito: le grandi visioni, per giovare davvero a una citt?, devono poggiare su basi solide, trasparenti e sostenibili. Altrimenti, il sogno di portare Hollywood in riva al Po ? destinato a svanire, lasciando dietro di s? solo le carte bollate di un'indagine e una reputazione da ricostruire.
Redazione
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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