Battaglia legale in Planet Smart City: il co-fondatore Savio accusa un socio di diffamazione

Torino ? La startup proptech Planet Smart City, nota per i suoi progetti di edilizia intelligente in paesi in via di sviluppo e partecipata dall'imprenditore Stefano Buono, ? al centro di una dura battaglia legale interna. Il co-fondatore e co-CEO Giovanni Savio ha intrapreso un'azione legale, presentando una querela per diffamazione presso la Proc

06 agosto 2025 10:18 257
Battaglia legale in Planet Smart City: il co-fondatore Savio accusa un socio di diffamazione
4/5

TORINO

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Il conflitto non ? improvviso, ma rappresenta l'apice di mesi di tensioni. Secondo la ricostruzione, alcuni soci di minoranza, tra cui Calleri, avevano espresso forte preoccupazione per la salute finanziaria dell'azienda. Nonostante i risultati dichiarati ? 60 milioni di ricavi, 185 milioni di capitali raccolti e oltre 3.600 case consegnate ? questi soci lamentavano difficolt? di cassa e avevano criticato la gestione del management, guidato da Savio e Susanna Marchionni, chiedendo di poter liquidare le proprie quote.


L'accusa mossa da Savio, assistito legalmente, sostiene che Calleri abbia diffuso informazioni ritenute false o manipolatorie, sia pubblicamente che in forma anonima. L'obiettivo di questa presunta campagna diffamatoria sarebbe stato quello di minare la credibilit? del management e ostacolare le operazioni di raccolta di nuovi capitali, indispensabili per un settore che richiede ingenti investimenti come quello immobiliare.


Le conseguenze di questi attriti interni si sono gi? fatte sentire. La scorsa primavera, 69 dipendenti della sede torinese sono stati messi in cassa integrazione. Lo stesso Giovanni Savio ha visto ridimensionato il suo ruolo operativo con l'arrivo di un nuovo Amministratore Delegato per il Gruppo, Stefano Reganzani, un manager con una lunga esperienza nel settore automotive (FCA, Stellantis), incaricato di risanare la situazione.


Il piano di rilancio presentato da Reganzani, e approvato dalla maggioranza degli oltre 450 soci, prevede una riduzione dei costi manageriali, la rinegoziazione dei contratti con i fornitori e un breve periodo di cassa integrazione. Per sostenere il progetto, ? stata deliberata un'iniezione di capitale da 3 milioni di euro e l'emissione di un prestito obbligazionario da 10 milioni.

Nonostante le turbolenze, l'azienda conferma di voler proseguire con i suoi progetti, con una stima di 2.500 abitazioni da consegnare nel 2025 e altre 4.000 entro il 2027. Planet Smart City sostiene che i progetti finora completati abbiano generato margini positivi e un'alta soddisfazione dei clienti, riaffermando la validit? del suo modello di business originale, lo stesso che aveva convinto centinaia di investitori, inclusi Buono e lo stesso Calleri.

Domande frequenti

Planet Smart City è una startup torinese fondata nel 2018 da Giovanni Savio, Susanna Marchionni e con il supporto di Stefano Buono. L’azienda si propone di costruire condomini intelligenti e sostenibili nei paesi a basso e medio reddito (come Brasile, India, USA), integrando tecnologia, servizi digitali e urbanistica inclusiva.
Stefano Buono è uno scienziato e imprenditore noto per aver venduto la sua azienda biotech, Advanced Accelerator Applications, a Novartis per circa 4 miliardi di dollari. Ha reinvestito parte della sua fortuna in oltre 100 startup, tra cui Planet Smart City e Newcleo (energia nucleare di nuova generazione). È presidente di Planet.
Il conflitto è esploso tra i soci a causa di presunte difficoltà finanziarie dell’azienda, nonostante i numeri positivi (185 milioni raccolti, 60 milioni di ricavi e 600 dipendenti). Alcuni azionisti di minoranza, tra cui Giovanni Calleri, hanno chiesto di essere liquidati, accusando la gestione Savio-Marchionni.
Savio ha denunciato per diffamazione Giovanni Calleri, accusandolo di aver diffuso informazioni false e denigratorie, anche in forma anonima, che avrebbero avuto l’effetto di ostacolare la raccolta di nuovi capitali e minare la reputazione del management.
Calleri è un imprenditore e azionista di minoranza di Planet (possiede circa il 10%), ex AD di Planet Idea UK, e tra i soci del sito Bakeca.it. È accusato di aver orchestrato una campagna mediatica contro il management, ma le accuse restano tutte da provare.
Planet ha attraversato forti tensioni di cassa, culminate nella messa in cassa integrazione di 69 dipendenti torinesi e nel passo indietro di Savio come CEO. È stato nominato un nuovo amministratore delegato, Stefano Reganzani, con un piano di risanamento.
Manager di lungo corso nel settore automotive (FCA, Stellantis), Reganzani ha assunto la guida di Planet con un piano industriale che prevede: Taglio dei costi Rinegoziazione dei contratti Nuova raccolta fondi (3 milioni in equity e 10 milioni in obbligazioni) Razionalizzazione del personale.
Sì, Planet continua a costruire. La previsione è di consegnare 2.500 abitazioni entro il 2025 e raggiungere 4.000 nuove unità entro il 2027. Secondo l’azienda, i progetti già realizzati hanno generato margini positivi e alti livelli di soddisfazione tra i clienti.
Il modello si basa su real estate accessibile e tecnologico nei paesi con deficit abitativo. Ogni progetto prevede: Case a basso impatto ambientale Servizi digitali integrati (wi-fi, smart hub, app per la comunità) Spazi condivisi (aree gioco, coworking, orti urbani).
Il rischio principale resta la fiducia degli investitori e l’unità interna tra i 450 soci. La battaglia legale e mediatica potrebbe danneggiare la credibilità aziendale e scoraggiare futuri investimenti, proprio in una fase delicata in cui è necessario nuovo capitale per sostenere la crescita.

Redazione

Autore dell'articolo

Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

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