Dati in crescita per la community dell'innovazione: premiate le Buone Pratiche dei territori, si lancia il roadshow 2026
Padova non è stata semplicemente una cornice, ma un reattore. Per due giorni, la sesta edizione degli Stati Generali delle Città Intelligenti ha trasformato il Centro Culturale Altinate San Gaetano nel baricentro dell’innovazione italiana. Non si è trattato di un convegno rituale, né di un'esposizione di futuribili miraggi tecnologici. È stato, piuttosto, il punto di convergenza di un’onda che sta crescendo e cambiando pelle: 1.500 partecipanti, 30 eventi e 250 pubbliche amministrazioni presenti non sono solo numeri che superano i traguardi del 2024; sono la prova fisica di una community che ha smesso di parlare di "smart city" come di un obiettivo lontano e ha iniziato a costruirla, mattone dopo mattone, relazione dopo relazione.
L'atmosfera era elettrica, carica di una pragmatica urgenza. L'innovazione, qui, non era un fine, ma uno strumento. "Sono stati due giorni intensi, fatti di persone che si mettono in gioco e mostrano come trasformare in modo intelligente e creativo territori, città e borghi," ha commentato a caldo Domenico Lanzilotta, direttore di City Vision. "Qui l’innovazione diventa concreta: migliora la vita di cittadini e imprese, rafforza i servizi e le relazioni tra pubblico e privato". È questo il manifesto dell'edizione 2025: la tecnologia è abilitante solo se diventa servizio tangibile, solo se ricuce strappi sociali, solo se è percepita dai cittadini.
L'evento di Padova ha segnato un punto di svolta, un momento di misurazione e di rilancio. Ha avuto il coraggio di celebrare i successi, primo fra tutti l'inatteso ma significativo verdetto del City Vision Score, e di guardare in faccia le sfide ancora aperte, dalla gestione dei fondi PNRR alla lotta contro la solitudine urbana. E si è concluso non con un commiato, ma con una promessa: "Da oggi lavoriamo già alla settima edizione", ha chiosato Lanzilotta, confermando un percorso che cresce e si allarga, con una community "sempre più partecipe e connessa".
La prima giornata ha immediatamente messo in chiaro che l'approccio di City Vision è olistico. La "smart city" non è solo bit e sensori, ma è prima di tutto spazio vissuto. L'apertura, "La smart city che vorrei", non è stata un panel di accademici, ma un laboratorio partecipativo pulsante dedicato alle scuole superiori. Ragazze e ragazzi, guidati da esperti, hanno ripensato la città come un organismo vivo, lavorando su tre pilastri non negoziabili: sostenibilità, accessibilità e inclusione.
A dare una traduzione fisica a questa visione ci hanno pensato i traceur. Il parkour, l'arte di muoversi e superare ostacoli urbani con agilità, è diventato il linguaggio inatteso per esplorare il rapporto tra le persone e lo spazio. Una metafora potente: la città intelligente non è quella che elimina gli ostacoli, ma quella che dà a tutti gli strumenti per superarli, per re-interpretare lo spazio, per trovare nuove traiettorie. Quella che, come un traceur, vede un muretto non come una barriera, ma come un'opportunità. Questa esplorazione del corpo urbano è stata un filo conduttore che ha attraversato l'intera edizione, ricordando costantemente che la tecnologia deve servire l'esperienza umana.
Mentre i giovani re-immaginavano la città e i workshop esperienziali (in collaborazione con colossi come MIC-HUB e Open Fiber) fornivano strumenti concreti a imprese e PA, l'attesa cresceva per il verdetto. La cerimonia di apertura serale è stata il culmine di mesi di analisi. Dopo la consegna dei Premi Buone Pratiche, è stato annunciato il vincitore assoluto del City Vision Score 2025.
E il vincitore è Bologna.
Un annuncio che è risuonato con la forza di un cambio di paradigma. Alla presenza del sindaco Matteo Lepore, la città emiliana ha completato un sorpasso simbolico ai danni di Milano, da anni considerata la metropoli faro dell'innovazione. Non si tratta di una semplice staffetta, ma della vittoria di un modello diverso. Come emerso dal successivo panel tra lo stesso Lepore e l'analista Lorenzo Pregliasco (YouTrend), la vittoria di Bologna non si fonda su singoli progetti avveniristici, ma su un'integrazione sistemica.
Il City Vision Score ha premiato tre fattori chiave: l'integrazione modale, ovvero la capacità di far dialogare trasporto pubblico, mobilità dolce e servizi condivisi in un ecosistema fluido; l'affidabilità dei servizi, un parametro che misura quanto le promesse dell'amministrazione si traducano in un quotidiano che funziona; e infine, la coerenza tra strategia e risultati percepiti. Bologna vince perché i suoi cittadini sentono il cambiamento, perché l'innovazione non è un proclama ma un'esperienza vissuta. È la vittoria della "smart city" dei servizi sulla "smart city" della vetrina.La Mappa del Cambiamento: Fratture, Eccellenze e Visioni
Se il primo giorno ha decretato un vincitore, il secondo ha messo l'intera nazione allo specchio. Il Main Event sul palco principale del San Gaetano è stato un'immersione profonda nelle sfide che definiranno l'Italia dei prossimi dieci anni.
Ad aprire i lavori, dopo l'introduzione di Lanzilotta, è stato Marco Leonardi dell'Università di Milano, che ha affrontato il tema più delicato e urgente: il PNRR. La sua lettura a tutto campo ha evidenziato risultati, criticità e prospettive. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il carburante che sta alimentando gran parte della trasformazione urbana, ma il rischio non è solo quello di non spendere i fondi, ma di spenderli male. È emersa la necessità di un cambio di passo nelle competenze della PA, di superare la logica dei bandi per abbracciare quella dei progetti a lungo termine, di misurare l'impatto e non solo la spesa.
A questo realismo economico hanno fatto da contraltare due interventi ispirazionali. L'attore teatrale Lorenzo Maragoni ha offerto una riflessione acuta e ironica sul nostro modo di vivere le mete turistiche, un tema cruciale per un paese che rischia di essere "consumato" dal turismo. Subito dopo, Elena Granata del Politecnico di Milano ha guidato il pubblico nel concetto di placemaking. Un intervento fondamentale che ha spostato l'asse dalla tecnologia all'antropologia urbana. Il placemaking, ha spiegato Granata, è "l'approccio che trasforma spazi in luoghi attraverso cura e coprogettazione". La differenza non è semantica: uno "spazio" è un'area geometrica, un "luogo" è uno spazio caricato di significato, di relazioni, di identità. La città intelligente non si fa solo con l'IoT, si fa con la cura condivisa, con panchine, alberi, e processi partecipativi che rendono i cittadini co-autori del proprio quartiere.
Il cuore della giornata è stato il confronto serrato tra i sindaci e gli amministratori di grandi città – tra cui Roma, Torino, Firenze, Napoli, Milano, Como, Padova, Andria – e i rappresentanti delle aziende che stanno costruendo le infrastrutture di questa trasformazione, come Open Fiber, A2A e Movyon, oltre a centri di ricerca come RAISE CNR-
IMATI e Svimez.
Da questo confronto e dai dati del City Vision Score è emersa una fotografia dell'Italia più sfumata e complessa che mai.
La locomotiva del Nordest: Il baricentro dello sviluppo si conferma qui. Bologna è in testa, ma non è un'eccezione. È la punta di diamante di un tessuto connettivo che comprende, tra gli altri, Villa Lagarina (TN), Imola (BO), Spormaggiore (TN), Carpi (MO), Badia (BZ) e Bressanone (BZ). Non è il modello della singola metropoli-calamita, ma quello della "smart land", una rete di comuni medi e piccoli ad altissima qualità dei servizi e forte coesione.
La persistenza del divario, ma con novità: Il divario Nord-Sud resta marcato. Tuttavia, la narrazione della "questione meridionale" come un blocco monolitico di arretratezza è smentita dai fatti. Emergono "nicchie di eccellenza" sorprendenti, specialmente nei territori periferici e nei piccoli comuni. In Sardegna, ad esempio, la classifica dei migliori borghi del Sud è guidata da Masullas (OR), Siligo (SS), Fordongianus (OR) e Villaurbana (OR). Sono segnali di un riscatto che parte dal basso, dalla digitalizzazione, dal turismo sostenibile e da un forte senso di comunità.
La vera novità: la riscossa del Centro Italia: Se il Sud mostra segnali di vitalità, è il Centro Italia la vera sorpresa del 2025. I comuni nelle prime 200 posizioni raddoppiano (da 10 a 23), con Bagno a Ripoli (FI) che si piazza al 16° posto assoluto e Visso (MC), comune simbolo del cratere sismico, al 90°. È un segnale di resilienza e di diffusione dell'innovazione.
Un nuovo paradigma di sviluppo: I dati mostrano due tendenze strutturali. Primo: si riduce l’“effetto trascinamento” dei grandi poli (il raggio medio di influenza scende da 50 a 40 km). Significa che i comuni non sono "smart" solo perché vicini a Milano o Roma, ma sviluppano strategie autonome. Secondo: aumentano i progetti intercomunali, l'interoperabilità dei dati e i servizi di rete. La città intelligente del futuro non è un'isola; è un arcipelago connesso.
Mentre il Main Event tracciava le grandi strategie, i tavoli di lavoro del pomeriggio hanno affrontato temi verticali e spinosi: dalla sicurezza urbana all'intelligenza artificiale, dalla sostenibilità per le giovani generazioni alla connettività per le città del futuro.
L'innovazione, per City Vision, vale solo se "atterra" e produce risultati tangibili. Per questo, i Premi "City Vision - Buone pratiche" non sono un accessorio, ma il cuore della missione: valorizzare chi ha già tradotto le idee in realtà. I vincitori del 2025 raccontano storie di un'Italia ingegnosa e concreta:
Comune di Ferrara: Premiato per il suo programma avanzato di open data e citizen science. Un esempio di democrazia dei dati, dove i cittadini non sono solo utenti ma co-produttori di conoscenza sull'ambiente e sulla città.
Comune di Jonadi (VV): Un piccolo comune calabrese che diventa un modello internazionale con WillAge – Il borgo che sarà. È il primo "Borgo Erasmus" che utilizza un totem multilingue basato su AI, "Erasmo", per accogliere nuovi cittadini temporanei e combattere lo spopolamento.
Comune di Perugia: Un premio alla resilienza. Il progetto "GAIA – Green Areas and Seismic Observatories" usa una piattaforma IoT e AI per il monitoraggio integrato del rischio sismico e la tutela del verde urbano. La tecnologia al servizio della sicurezza.
Comune di Santo Stefano Quisquina (AG): Nel cuore della Sicilia, un ex mattatoio è stato rigenerato in un hub pulsante di cultura, sostenibilità e accoglienza turistica. Un esempio magistrale di placemaking e di economia circolare applicata agli spazi.
AMA S.p.A. (Roma): La municipalizzata dei rifiuti della Capitale vince con UCRONIA, un sistema che rende predittiva la gestione ambientale. Utilizzando AI, IoT e dati aperti, AMA può anticipare i picchi di produzione dei rifiuti, ottimizzare i percorsi di raccolta e migliorare la pulizia di una metropoli complessa.
Comune di Brolo (ME) (Premio speciale Open Fiber): Un premio che celebra la visione politica. Brolo ha saputo trasformare la migrazione tecnica dalla rete in rame a quella in fibra ottica in una vera e propria politica pubblica di connettività e inclusione digitale, assicurando che nessuno rimanesse indietro.
Queste storie dimostrano che l'innovazione non ha un'unica capitale, ma è un fenomeno diffuso che germoglia ovunque ci siano visione, competenza e volontà.
Padova 2025 non è stata una conclusione. L'Agorà del San Gaetano, con l'Innovation District che ha messo in dialogo aziende e startup, le Case delle Tecnologie Emergenti del Mimit e persino una rassegna cinematografica (City Vision Docs), si è confermata un crocevia.
Ora, la community di City Vision guarda già al 2026. Padova è stata un trampolino. Il roadshow del prossimo anno è già definito e riparte, significativamente, dal Sud: il 22-23
gennaio ad Andria. Sarà la prima di una serie di tappe che toccheranno i punti nevralgici del Paese, tra cui Firenze, Milano, Napoli, Piacenza, Roma, Siracusa e Torino.
Non si tratta di replicare l'evento, ma di consolidare quella "piattaforma di lavoro permanente" tra amministrazioni, imprese e territori che è il vero lascito della sesta edizione. Gli Stati Generali hanno dimostrato che l'Italia è un laboratorio diffuso. Ha la sua nuova regina, Bologna, che insegna la via della concretezza e dei servizi. Ha le sue fratture, ma anche le sue isole di eccellenza e un Centro che si risveglia. Soprattutto, ha una community di migliaia di persone che ha smesso di aspettare il futuro e ha iniziato a costruirlo. Il cantiere dell'innovazione urbana è aperto, e ora si sposta su tutto il territorio nazionale.
Cristian Nardi
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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Sindaco Lepore Matteo