Bologna e la reputazione del verde urbano: il caso Matteo Lepore del bagolaro di piazza dell'Unità

In piazza dell’Unità, durante i lavori della linea rossa del tram, è stato abbattuto un grande bagolaro, scatenando la protesta di residenti e ambientalisti. Per mesi gli attivisti avevano chiesto di salvarlo, sostenendo che fosse presente fin dall’epoca della “battaglia della Bolognina”.

15 agosto 2025 10:25 93
Bologna e la reputazione del verde urbano: il caso Matteo Lepore   del bagolaro di piazza dell'Unità
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La vicenda del taglio del bagolaro in piazza dell’Unità, a Bologna, non è un episodio isolato ma l’ennesima scintilla che ha riacceso il dibattito sulla gestione del verde pubblico e, di riflesso, sulla reputazione dell’amministrazione comunale e dell’intera città. L’albero, da tempo al centro di una mobilitazione di residenti e attivisti, è stato abbattuto nell’ambito dei lavori per la linea rossa del tram, nonostante le richieste di preservarlo.

Il comitato Besta ha accusato il Comune di minimizzare il numero degli abbattimenti previsti, sottolineando come questo intervento si inserisca in una lunga serie di episodi contestati, tra cui la gestione del parco Don Bosco, le modifiche al verde di viale Aldo Moro e la vicenda del giardino San Leonardo legato alla Johns Hopkins. Secondo gli attivisti, la narrazione istituzionale tenderebbe a ridurre l’impatto delle opere pubbliche sul patrimonio arboreo, alimentando sfiducia e tensione.

Dall’altra parte, il sindaco Matteo Lepore ha replicato con forza, parlando di “fake news” e pubblicando foto aeree datate 1964 per dimostrare che l’albero non fosse secolare. Una mossa che intendeva smontare l’argomento storico-culturale usato dagli ambientalisti, secondo cui il bagolaro sarebbe stato testimone della “battaglia della Bolognina”.

Il nodo reputazionale: oltre il singolo albero

Nelle dichiarazioni ufficiali, Lepore ha spiegato che il taglio è stato una scelta strategica per salvare altri 50 alberi: modificando il tracciato del tram e rinunciando all’interramento di via Ferrarese, l’amministrazione ha evitato un abbattimento più massiccio e la rimozione del campo da basket presente nella piazza.

Tuttavia, il problema per la reputazione della città non si limita al bilancio numerico di alberi abbattuti e salvati. La percezione pubblica, alimentata dai social e dai media, si concentra spesso su immagini simboliche e narrative emotive: l’abbattimento di un albero grande e visibile diventa un evento emblematico, capace di oscurare spiegazioni tecniche o compromessi urbanistici.

Per Bologna, che negli ultimi anni ha costruito una forte identità su sostenibilità, qualità della vita e spazi pubblici vivibili, ogni intervento che appare come una riduzione del verde può essere interpretato come un passo indietro rispetto a quella reputazione.

Critiche trasversali: quando gli opposti si incontrano

Un dato interessante dal punto di vista reputazionale è la convergenza di critiche provenienti da schieramenti politici molto distanti.

Potere al Popolo e Verdi accusano la giunta di anteporre “la filiera del cemento” alla vivibilità dei cittadini, dipingendo l’amministrazione come insensibile al valore ecologico e sociale del verde urbano.

Fratelli d’Italia e Lega parlano di “giunta boscaiola”, sottolineando la tempistica degli abbattimenti, avvenuti in piena estate e con la città semi-vuota, quasi a voler ridurre la visibilità delle proteste.

Questa convergenza crea un fronte comunicativo compatto, in cui i messaggi critici si rafforzano a vicenda, amplificando l’impatto sulla percezione pubblica. Per un’amministrazione, trovarsi al centro di critiche simultanee da parte di destra e sinistra può aumentare la percezione di isolamento politico.

Il ruolo dei social media e la gestione della crisi

Lepore ha scelto di rispondere direttamente sui social, pubblicando immagini e dati tecnici. Dal punto di vista della gestione della reputazione, questa strategia presenta vantaggi e rischi:

  • Vantaggi: rispondere rapidamente alle accuse, mostrare trasparenza, fornire elementi oggettivi (foto storiche, perizie tecniche).

  • Rischi: alimentare il conflitto comunicativo, trasformare il sindaco in un attore diretto dello scontro anziché in un moderatore, rafforzando la narrativa di contrapposizione tra amministrazione e cittadini.

La scelta di usare l’espressione “fake news” ha un impatto rilevante sul piano della comunicazione pubblica: se da un lato può proteggere l’istituzione dalla diffusione di informazioni errate, dall’altro rischia di delegittimare il dissenso e di inasprire i rapporti con gruppi organizzati di cittadini.

Bologna, verde e attrattività urbana

Il tema della gestione del verde non è solo ambientale: incide sulla city reputation, ovvero sull’immagine complessiva della città agli occhi di residenti, visitatori, investitori e media.

Bologna è spesso raccontata come città universitaria, capitale della cultura e luogo di innovazione sociale. Negli ultimi anni, iniziative su mobilità sostenibile, spazi pedonali e rigenerazione urbana hanno rafforzato questa identità. Tuttavia, episodi percepiti come incoerenti con questa narrativa – come l’abbattimento di alberi storici o in zone simboliche – possono generare un danno reputazionale superiore all’impatto materiale della singola azione.

Questo vale soprattutto in un contesto in cui le città competono anche sulla capacità di attrarre turismo green, investimenti legati all’economia sostenibile e nuovi residenti attenti alla qualità della vita.

Lezioni per la gestione futura

Dal punto di vista della reputazione della città, la vicenda del bagolaro di piazza dell’Unità suggerisce alcune indicazioni utili per gestire conflitti simili:

  • Coinvolgimento preventivo e strutturato
    Creare processi partecipativi trasparenti prima di interventi che comportino modifiche significative al verde urbano, così da ridurre il rischio di scontri pubblici.

  • Comunicazione proattiva
    Fornire spiegazioni chiare, dati e visualizzazioni già nelle fasi di progettazione, evitando che l’informazione arrivi ai cittadini solo in fase di cantiere.

  • Gestione simbolica del verde
    Riconoscere che alcune piante hanno un valore simbolico e identitario che va oltre la loro funzione ecologica. In certi casi, il costo reputazionale dell’abbattimento può superare i benefici tecnici dell’opera.

  • Uso equilibrato dei social media
    Rispondere alle critiche in modo fermo ma non conflittuale, privilegiando un linguaggio che mantenga aperto il dialogo, evitando etichette che possano polarizzare ulteriormente il dibattito.

  • Monitoraggio costante della percezione pubblica
    Utilizzare strumenti di analisi della reputazione online per capire in tempo reale come si evolvono le opinioni e intervenire prima che le narrative critiche diventino dominanti.

Un nodo aperto nella reputazione di Bologna

Il caso del bagolaro è destinato a restare come punto di riferimento nel dibattito cittadino sul rapporto tra opere pubbliche e salvaguardia del verde. Al di là delle motivazioni tecniche, il suo impatto sulla reputazione di Bologna dipenderà da come l’amministrazione riuscirà a ricostruire un clima di fiducia e a dimostrare coerenza tra le dichiarazioni di sostenibilità e le azioni concrete.

Per una città che punta a posizionarsi come modello europeo di qualità urbana, la capacità di trasformare un conflitto in un’occasione di dialogo costruttivo sarà determinante. Il rischio, al contrario, è che episodi come questo vengano percepiti come segnali di incoerenza e alimentino una narrazione di distanza tra istituzioni e cittadini, con effetti di lungo periodo sulla reputazione complessiva di Bologna.

Domande frequenti

Perché l’albero era considerato simbolico da residenti e ambientalisti, che lo vedevano come parte dell’identità storica e ambientale della piazza. La sua rimozione è stata percepita come una perdita non solo ecologica ma anche culturale.
Il sindaco Matteo Lepore ha dichiarato che il taglio era necessario per salvaguardare altri 50 alberi e per evitare l’interramento di via Ferrarese. Ha anche pubblicato foto storiche per dimostrare che l’albero non fosse secolare.
Il comitato Besta e altri gruppi ambientalisti, che accusano il Comune di minimizzare il numero di abbattimenti e di non dare il giusto peso alla tutela del verde urbano.
Perché Bologna si presenta come città sostenibile e attenta alla qualità della vita. Azioni percepite come incoerenti con questa immagine possono danneggiare la sua credibilità a livello nazionale e internazionale.
I social hanno amplificato la polemica: da un lato il sindaco ha usato Facebook per smentire le accuse, dall’altro gli attivisti hanno diffuso foto e testimonianze per sostenere la loro posizione, polarizzando il dibattito.
Perché il verde urbano è legato al benessere dei cittadini, all’attrattività turistica e al posizionamento della città come luogo vivibile. È anche un indicatore visibile di politiche sostenibili.
In modo trasversale: sia forze di sinistra (Verdi, Potere al Popolo) sia di destra (Fratelli d’Italia, Lega) hanno criticato la giunta, segno che la questione ha un forte impatto politico.
L’amministrazione sostiene di aver deciso il cambio di progetto nel 2024 dopo un confronto con i cittadini. Tuttavia, per alcuni residenti, la comunicazione è stata insufficiente e troppo reattiva, anziché preventiva.
Perdita di fiducia da parte di cittadini e associazioni, indebolimento dell’immagine di Bologna come città green, e maggiore difficoltà nel promuovere future opere pubbliche senza incontrare resistenze.

Redazione

Autore dell'articolo

Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

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