Via Lago di Borgiano, nel quartiere San Donato di Pescara, è tristemente nota come una delle zone più problematiche della città in termini di criminalità e degrado. Negli ultimi decenni si è consolidata come un punto critico per lo spaccio di stupefacenti, tanto da essere soprannominata “fortino della droga” da diversi esponenti politici locali.
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Lungo la via e nei palazzi popolari circostanti si registra un via vai continuo di tossicodipendenti, spacciatori e persone in difficoltà, che alimentano una reputazione estremamente negativa. Questo reportage approfondisce la situazione attuale, il contesto storico, gli interventi delle autorità e le percezioni dei residenti, delineando il quadro di un quartiere che da anni vive tra degrado e tentativi di riscatto.
Oggi via Lago di Borgiano rappresenta uno degli epicentri dello spaccio cittadino. In un edificio di edilizia popolare, interi piani sono stati occupati abusivamente e trasformati in vere e proprie basi operative per lo smercio di droga. Alcuni locali di sgombero, privi di servizi essenziali, sono stati adattati a “stanze del buco”, dove i tossicodipendenti consumano le sostanze acquistate. Le scale e i pianerottoli si presentano sporchi, pieni di immondizia, siringhe usate, bustine di cellophane e fazzoletti insanguinati. Non è raro vedere file di persone in attesa di comprare la propria dose, in una scena che ricorda un supermercato della droga a cielo aperto.
I residenti onesti che ancora vivono nello stabile parlano di una convivenza insostenibile. Le famiglie denunciano litigi, minacce e violenze da parte degli occupanti abusivi che non tollerano proteste. Alcune madri si dicono disperate per i propri figli, costretti a crescere in un ambiente inquinato dalla droga e dal degrado. Nelle strade limitrofe è diffusa anche la prostituzione di strada, spesso collegata al consumo di crack e altre sostanze. La percezione generale è di insicurezza costante e di abbandono da parte delle istituzioni.
Il quartiere San Donato, nato come area di edilizia popolare negli anni Settanta e Ottanta, ha sempre convissuto con problemi di marginalità sociale. I palazzi costruiti per fronteggiare l’emergenza abitativa sono presto diventati teatro di occupazioni abusive e, dagli anni Ottanta, di traffici di droga organizzati. Clan locali e famiglie criminali hanno trasformato interi blocchi in centri di spaccio, attirando tossicodipendenti da tutta la regione. La zona ha così acquisito la fama di “bronx” di Pescara, con fenomeni di degrado ambientale, presenza di vedette, minorenni utilizzati per consegne e siringhe abbandonate nei parchi.
Nel 2016, il terremoto del Centro Italia ha evidenziato gravi problemi strutturali in tre palazzi di via Lago di Borgiano, dichiarati a rischio statico e quindi sgomberati. Circa 236 persone furono costrette a lasciare le proprie case e ricollocate altrove. Gli edifici, rimasti vuoti e in attesa di demolizione, diventarono luoghi di intrusioni e vandalismi. Solo nel 2022 furono definitivamente abbattuti, con la promessa di realizzare al loro posto una piazza. L’intervento, dal costo complessivo di alcuni milioni di euro, ha rappresentato un simbolo di rinascita, ma i ritardi nei lavori e la lentezza della riqualificazione hanno alimentato malcontenti.
Le istituzioni hanno puntato su due linee principali: riqualificazione urbanistica e incremento della sicurezza. Dal punto di vista edilizio, l’abbattimento dei palazzi fatiscenti è stato accompagnato da progetti di recupero delle palazzine rimaste, con lavori di rifacimento delle facciate, isolamento termico, nuove reti fognarie e ristrutturazioni finanziate anche con fondi del PNRR. È prevista la creazione di una nuova piazza, di spazi verdi attrezzati e di impianti sportivi, con l’obiettivo di restituire dignità al quartiere.
Sul fronte della sicurezza, le forze dell’ordine effettuano blitz frequenti e controlli mirati, sequestrando stupefacenti e denunciando spacciatori. Tuttavia, gli interventi vengono percepiti come temporanei: appena la pressione si allenta, lo spaccio riprende con la stessa intensità. Alcuni politici hanno chiesto un presidio fisso delle forze dell’ordine e lo sgombero definitivo degli alloggi occupati. Parallelamente, il Comune ha investito nell’installazione di telecamere di sorveglianza e nel potenziamento dell’illuminazione, mentre associazioni e progetti sociali hanno portato iniziative culturali e artistiche per coinvolgere i giovani del quartiere.
Redazione
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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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