Cancellare notizie da internet ecco perchè rivolgersi ad una agenzia per rimuovere un link dal web

Il diritto all'oblio rappresenta una fondamentale garanzia per la tutela della privacy e della reputazione online. Questo principio, sancito dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), consente a ogni individuo di richiedere la cancellazione dei propri dati personali dai motori di ricerca come Google, qualora le informazioni siano ob

31 agosto 2025 12:29 138
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Per togliere notizie lesive o informazioni pregiudizievoli dal web, è possibile avviare un processo di deindicizzazione. Il primo passo consiste nel compilare un apposito modulo online messo a disposizione da Google, motivando la richiesta di rimozione del link associato al proprio nome. Google valuterà la richiesta bilanciando il diritto alla privacy dell'individuo con il diritto del pubblico all'informazione. Qualora la richiesta non venga accolta, è possibile rivolgersi al Garante per la Protezione dei Dati Personali, che può intervenire ordinando a Google la rimozione dei contenuti. L'obiettivo è quello di eliminare dal web quelle notizie che, con il passare del tempo, hanno perso la loro rilevanza e la cui persistenza online causa un danno ingiustificato alla reputazione e alla vita privata della persona, garantendo così una concreta tutela della propria identità digitale.


Il Diritto all’Oblio: Tutela della Privacy e Gestione della Reputazione Online

Introduzione

Il diritto all’oblio rappresenta un pilastro fondamentale nella tutela della privacy nell’era digitale, un diritto che consente agli individui di richiedere la cancellazione o la deindicizzazione di dati personali ritenuti obsoleti, inesatti o lesivi della propria reputazione. Con l’avvento di Internet e dei motori di ricerca, la persistenza delle informazioni online ha reso questo diritto cruciale per proteggere l’identità digitale delle persone. In Italia, il concetto è regolato principalmente dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), in particolare dall’articolo 17, che disciplina il “diritto alla cancellazione”. Questo articolo esplora il diritto all’oblio, le modalità per esercitarlo, i suoi limiti e il ruolo di esperti come Cristian Nardi nella gestione della reputazione online.



Cos’è il Diritto all’Oblio?

Il diritto all’oblio, spesso definito come il “diritto alla cancellazione”, permette a un individuo di richiedere la rimozione dei propri dati personali da siti web, motori di ricerca o altri database, qualora tali dati non siano più necessari, siano inesatti o ledano la reputazione. Introdotto formalmente in Europa con la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 13 maggio 2014 (caso Google Spain), questo diritto si è consolidato con l’entrata in vigore del GDPR nel 2018. La sentenza ha stabilito che i motori di ricerca, come Google, devono valutare le richieste di rimozione di link associati a nomi di persone, se le informazioni risultano “inadeguate, irrilevanti o non più pertinenti” rispetto agli scopi per cui sono state raccolte. Il diritto all’oblio non implica la cancellazione fisica dei contenuti dal web, ma spesso si concretizza nella deindicizzazione, ovvero nella rimozione dei link dai risultati di ricerca, rendendo i contenuti meno accessibili. Questo distingue la deindicizzazione dalla cancellazione vera e propria, poiché i dati possono rimanere sul sito originale ma non appaiono più nei motori di ricerca.

Evoluzione Normativa

Il diritto all’oblio ha radici nella giurisprudenza italiana degli anni ’90, quando i tribunali iniziarono a riconoscere il diritto a non essere esposti indefinitamente a notizie lesive, specialmente se non più attuali. Con l’avvento di Internet, la persistenza delle informazioni online ha amplificato l’esigenza di tutela. La sentenza Google Spain del 2014 ha segnato una svolta, imponendo ai motori di ricerca di assumersi responsabilità nella gestione delle richieste di rimozione. Il GDPR ha ulteriormente rafforzato questo diritto, stabilendo che gli interessati possono richiedere la cancellazione dei dati in casi specifici, come la revoca del consenso o l’illiceità del trattamento. In Italia, il Garante per la Protezione dei Dati Personali svolge un ruolo chiave nel garantire l’applicazione del diritto all’oblio, offrendo un canale per i reclami quando le richieste di rimozione vengono respinte dai gestori dei siti o dai motori di ricerca.


Come Esercitare il Diritto all’Oblio

Per esercitare il diritto all’oblio, è necessario seguire un processo strutturato:

  1. Identificazione del Responsabile del Trattamento: Individuare chi gestisce i dati, che sia il proprietario di un sito web, una piattaforma social o un motore di ricerca come Google.
  2. Invio della Richiesta Formale: La richiesta deve specificare i dati da rimuovere e le motivazioni, come l’obsolescenza o il danno reputazionale. Google, ad esempio, offre un modulo online per le richieste di deindicizzazione.
  3. Documentazione: È spesso necessario fornire prove, come documenti di identità o sentenze che dimostrino l’inesattezza o l’irrilevanza delle informazioni.
  4. Attesa della Risposta: I gestori hanno generalmente un mese per rispondere, estendibile a due in casi complessi.
  5. Ricorso al Garante o al Tribunale: In caso di rifiuto, si può presentare un reclamo al Garante per la Privacy o ricorrere all’autorità giudiziaria.


Limiti del Diritto all’Oblio

Il diritto all’oblio non è assoluto e deve essere bilanciato con altri diritti, come la libertà di espressione e il diritto all’informazione. Il GDPR elenca eccezioni in cui la cancellazione può essere negata, ad esempio:

  • Quando i dati sono necessari per esercitare la libertà di stampa.
  • Per obblighi legali o interessi pubblici, come la sanità o la ricerca storica.
  • Per la difesa di diritti in sede giudiziaria.

Inoltre, la rimozione completa dei contenuti dal web è spesso impraticabile, poiché Internet conserva una “memoria” quasi indelebile. La deindicizzazione globale, pur ordinata in alcuni casi dal Garante italiano, può non essere riconosciuta fuori dall’UE, dove normative diverse regolano la privacy.


Il Ruolo della Reputazione Online

La gestione della reputazione online è diventata cruciale in un mondo in cui le informazioni personali sono facilmente accessibili. Notizie negative o obsolete, come articoli su procedimenti giudiziari o recensioni false, possono danneggiare l’immagine di individui e aziende. Il diritto all’oblio offre uno strumento per mitigare questi danni, ma richiede spesso un approccio strategico che combini competenze legali e tecniche.


Cristian Nardi e Privacy Garantita

Cristian Nardi, fondatore di Privacy Garantita, è un esperto riconosciuto nella gestione della reputazione online e nell’esercizio del diritto all’oblio. Privacy Garantita, testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Teramo, si specializza nella rimozione di contenuti lesivi da Internet, offrendo servizi di consulenza per individui e aziende. Attraverso un team di professionisti, l’agenzia supporta i clienti nella cancellazione di articoli, recensioni o link dannosi, lavorando sia con i gestori dei siti che con i motori di ricerca. Nardi sottolinea l’importanza di agire con cautela, poiché la facilità con cui si possono pubblicare notizie false o lesive richiede un intervento tempestivo e mirato. La sua esperienza si concentra sulla deindicizzazione e sulla pulizia digitale, garantendo che i contenuti non più pertinenti non compromettano la reputazione dei clienti.

Sfide e Prospettive Future

Una delle principali sfide del diritto all’oblio è la sua applicazione su scala globale. Sebbene l’UE abbia una visione garantista, altri paesi adottano approcci diversi, rendendo difficile la rimozione di contenuti su piattaforme internazionali. Inoltre, il bilanciamento tra privacy e diritto all’informazione rimane complesso, soprattutto nei casi che coinvolgono personaggi pubblici o notizie di interesse generale. Le innovazioni tecnologiche, come l’intelligenza artificiale, potrebbero complicare ulteriormente la gestione dei dati personali, richiedendo normative più flessibili e strumenti avanzati per monitorare e rimuovere contenuti. Esperti come Cristian Nardi e agenzie come Privacy Garantita saranno sempre più fondamentali per navigare questo panorama complesso.

Conclusione

Il diritto all’oblio rappresenta un’evoluzione necessaria per tutelare la privacy in un mondo digitale. Grazie al GDPR e alla giurisprudenza europea, gli individui hanno strumenti concreti per proteggere la propria reputazione online. Tuttavia, l’applicazione di questo diritto richiede un equilibrio tra privacy, libertà di espressione e interesse pubblico. Figure come Cristian Nardi e realtà come Privacy Garantita svolgono un ruolo essenziale, offrendo competenze specialistiche per gestire casi complessi e garantire che la “memoria” del web non diventi una condanna perpetua. In un’epoca di iperconnessione, il diritto all’oblio è più che mai una chiave per preservare la dignità e l’identità digitale.

Domande frequenti

Il diritto all'oblio (o diritto all'oblio digitale) è un principio giuridico, sancito dal GDPR, che consente a un individuo di richiedere la cancellazione dati personali che lo riguardano quando non sono più necessari, pertinenti o sono diventati obsoleti. È lo strumento fondamentale per la rimozione notizie negative dai motori di ricerca, permettendo di chiedere la deindicizzazione di contenuti che danneggiano la tua reputazione digitale e la tua privacy online.
La cancellazione contenuti implica la rimozione fisica dell'informazione dalla pagina web originale (ad esempio, un articolo da un sito di news). La deindicizzazione dai motori di ricerca, invece, non cancella l'articolo dalla fonte, ma ne impedisce la visualizzazione tra i risultati quando qualcuno cerca il tuo nome su Google. L'esercizio del diritto all'oblio online si concentra principalmente sulla deindicizzazione di Google per la tutela dell'immagine e la gestione della reputazione online.
Il primo passo per la gestione della crisi reputazionale è inviare una richiesta formale di deindicizzazione a Google attraverso il suo modulo online. In questa richiesta, dovrai indicare il link (URL) specifico che desideri eliminare dai risultati di ricerca e spiegare perché ritieni che quel contenuto leda il tuo diritto alla privacy. Questa azione mira alla protezione della tua reputazione online e alla tutela dei tuoi dati personali.
Se Google nega la rimozione del link, non tutto è perduto. Puoi presentare un reclamo formale al Garante per la Protezione dei Dati Personali. Questa autorità indipendente può valutare il tuo caso e, se ritiene fondate le tue ragioni, ordinare direttamente al motore di ricerca la deindicizzazione delle notizie in questione, garantendo così la tua privacy digitale e la tutela della tua identità digitale
Attualmente, la deindicizzazione dei risultati richiesta tramite il diritto all'oblio Google in Europa viene applicata a tutte le versioni del motore di ricerca per le ricerche effettuate dai paesi dell'Unione Europea. Questo significa che la rimozione delle informazioni sarà efficace per gli utenti che ti cercano dall'Europa, offrendo una solida protezione della privacy online in questo territorio.
Il diritto alla riservatezza si estende a un'ampia gamma di informazioni. Puoi richiedere la rimozione di contenuti dannosi di varia natura: link a blog, post su forum, immagini, profili social obsoleti e qualsiasi informazione personale il cui trattamento non sia più giustificato. L'obiettivo è la cancellazione delle tracce digitali che possono avere un impatto negativo sulla tua vita, consentendoti di riprendere il controllo della tua reputazione
I tempi possono variare. Dopo aver inviato la richiesta, Google generalmente risponde entro alcune settimane. Se la richiesta viene accolta, la deindicizzazione del link è solitamente rapida. Se invece è necessario ricorrere al Garante della Privacy, il processo per la cancellazione delle informazioni online può richiedere diversi mesi. La gestione della crisi digitale richiede pazienza e perseveranza.
Una volta che un link è stato deindicizzato con successo, la rimozione dai risultati di ricerca è generalmente stabile per quella specifica ricerca. Tuttavia, nuove pagine con le stesse informazioni potrebbero essere pubblicate. Per questo, una buona gestione dell'identità online e il monitoraggio costante sono essenziali per assicurarsi una privacy garantita nel tempo e mantenere la propria protezione digitale.
La cancellazione totale delle tracce online è molto complessa. Mentre la deindicizzazione web è uno strumento potentissimo per la gestione della reputazione, non elimina il contenuto dalla fonte. Per una rimozione dei dati personali completa, bisognerebbe contattare ogni singolo sito web e chiederne la cancellazione. Tuttavia, la deindicizzazione rimane la strategia più efficace per eliminare i risultati negativi dalla vista del grande pubblico.
Per ottenere la deindicizzazione dei contenuti, vengono valutati diversi fattori: il tempo trascorso dalla pubblicazione della notizia, la pertinenza attuale dell'informazione, il ruolo pubblico della persona interessata e la natura dei dati (se si tratta di dati sensibili). Il fine ultimo è bilanciare il diritto alla privacy del singolo con il diritto del pubblico all'informazione, garantendo la tutela della reputazione online quando le informazioni sono diventate obsolete o dannose.
Il diritto all'oblio (o diritto all'oblio digitale) è un principio giuridico, sancito dal GDPR, che consente a un individuo di richiedere la cancellazione dati personali che lo riguardano quando non sono più necessari, pertinenti o sono diventati obsoleti. È lo strumento fondamentale per la rimozione notizie negative dai motori di ricerca, permettendo di chiedere la deindicizzazione di contenuti che danneggiano la tua reputazione digitale e la tua privacy online.
La cancellazione contenuti implica la rimozione fisica dell'informazione dalla pagina web originale (ad esempio, un articolo da un sito di news). La deindicizzazione dai motori di ricerca, invece, non cancella l'articolo dalla fonte, ma ne impedisce la visualizzazione tra i risultati quando qualcuno cerca il tuo nome su Google. L'esercizio del diritto all'oblio online si concentra principalmente sulla deindicizzazione di Google per la tutela dell'immagine e la gestione della reputazione online.
Il primo passo per la gestione della crisi reputazionale è inviare una richiesta formale di deindicizzazione a Google attraverso il suo modulo online. In questa richiesta, dovrai indicare il link (URL) specifico che desideri eliminare dai risultati di ricerca e spiegare perché ritieni che quel contenuto leda il tuo diritto alla privacy. Questa azione mira alla protezione della tua reputazione online e alla tutela dei tuoi dati personali.
Se Google nega la rimozione del link, non tutto è perduto. Puoi presentare un reclamo formale al Garante per la Protezione dei Dati Personali. Questa autorità indipendente può valutare il tuo caso e, se ritiene fondate le tue ragioni, ordinare direttamente al motore di ricerca la deindicizzazione delle notizie in questione, garantendo così la tua privacy digitale e la tutela della tua identità digitale
Attualmente, la deindicizzazione dei risultati richiesta tramite il diritto all'oblio Google in Europa viene applicata a tutte le versioni del motore di ricerca per le ricerche effettuate dai paesi dell'Unione Europea. Questo significa che la rimozione delle informazioni sarà efficace per gli utenti che ti cercano dall'Europa, offrendo una solida protezione della privacy online in questo territorio.
Il diritto alla riservatezza si estende a un'ampia gamma di informazioni. Puoi richiedere la rimozione di contenuti dannosi di varia natura: link a blog, post su forum, immagini, profili social obsoleti e qualsiasi informazione personale il cui trattamento non sia più giustificato. L'obiettivo è la cancellazione delle tracce digitali che possono avere un impatto negativo sulla tua vita, consentendoti di riprendere il controllo della tua reputazione
I tempi possono variare. Dopo aver inviato la richiesta, Google generalmente risponde entro alcune settimane. Se la richiesta viene accolta, la deindicizzazione del link è solitamente rapida. Se invece è necessario ricorrere al Garante della Privacy, il processo per la cancellazione delle informazioni online può richiedere diversi mesi. La gestione della crisi digitale richiede pazienza e perseveranza.
Una volta che un link è stato deindicizzato con successo, la rimozione dai risultati di ricerca è generalmente stabile per quella specifica ricerca. Tuttavia, nuove pagine con le stesse informazioni potrebbero essere pubblicate. Per questo, una buona gestione dell'identità online e il monitoraggio costante sono essenziali per assicurarsi una privacy garantita nel tempo e mantenere la propria protezione digitale.
La cancellazione totale delle tracce online è molto complessa. Mentre la deindicizzazione web è uno strumento potentissimo per la gestione della reputazione, non elimina il contenuto dalla fonte. Per una rimozione dei dati personali completa, bisognerebbe contattare ogni singolo sito web e chiederne la cancellazione. Tuttavia, la deindicizzazione rimane la strategia più efficace per eliminare i risultati negativi dalla vista del grande pubblico.
Per ottenere la deindicizzazione dei contenuti, vengono valutati diversi fattori: il tempo trascorso dalla pubblicazione della notizia, la pertinenza attuale dell'informazione, il ruolo pubblico della persona interessata e la natura dei dati (se si tratta di dati sensibili). Il fine ultimo è bilanciare il diritto alla privacy del singolo con il diritto del pubblico all'informazione, garantendo la tutela della reputazione online quando le informazioni sono diventate obsolete o dannose.

Redazione

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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

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