La trasformazione urbana verso modelli più intelligenti e sostenibili rappresenta una delle sfide centrali dell’attuale fase di innovazione. Un recente lavoro scientifico ha elaborato un modello guidato dall’intelligenza artificiale capace di combinare in un’unica architettura dati provenienti da settori differenti – energia, mobilità, edilizia, industria – per affrontare con precisione consumi, inquinamento e fragilità infrastrutturali
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Gli algoritmi utilizzati appartengono alla fascia più avanzata del machine learning, tra cui sistemi ensemble come Extra Trees, CatBoost e LightGBM, che permettono una capacità predittiva estremamente elevata. L’obiettivo non è più reagire ai problemi quando si verificano, ma anticiparli, basando le decisioni amministrative su informazioni elaborate in tempo reale.
Il concetto di città intelligente è ormai consolidato, ma la sua declinazione moderna richiede un cambio di prospettiva: non è sufficiente digitalizzare ciò che già esiste, bisogna creare un ecosistema in cui infrastrutture, reti e servizi dialoghino, siano autonomi, ottimizzati e governati da modelli predittivi. L’intelligenza artificiale diventa così la piattaforma unificante che trasforma dati sparsi in operazioni concrete di gestione urbana.
Efficienza energetica e sostenibilità: il contributo dell’AI
Governance resiliente e gestione predittiva delle infrastrutture
Dati, modelli e questioni etiche
Impatti strategici per telco e fornitori tecnologici
La roadmap verso città a zero emissioni
Il nucleo del framework proposto riguarda l’ottimizzazione dei consumi e la riduzione delle emissioni, elementi decisivi per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Grazie all’analisi predittiva è possibile stimare in anticipo la domanda energetica, migliorare la distribuzione delle risorse e integrare con maggior precisione le fonti rinnovabili.
Le sperimentazioni condotte su sei insiemi di dati reali hanno dimostrato che i modelli basati sull’AI possono ottenere livelli di accuratezza molto vicini al 100%, riducendo sprechi e incrementando l’efficienza dei sistemi energetici urbani.
Per il settore delle telecomunicazioni si aprono spazi di business completamente nuovi: smart grid, edge computing e piattaforme cloud si configurano come leve essenziali per ospitare algoritmi predittivi e servizi di controllo. La rete non è più solo un mezzo di trasporto dati, ma una componente critica dell’infrastruttura urbana.
Tecnologie come 5G e, in futuro, 6G, garantiranno la latenza minima e la capacità necessarie per gestire miliardi di dispositivi IoT che alimenteranno questi sistemi intelligenti.
Un esempio di applicazione reale è rappresentato dai progetti in corso in alcune nuove città ipertecnologiche, dove l’integrazione di sensori IoT e reti neurali ha permesso di ridurre consumi energetici e migliorare la gestione della mobilità attraverso modelli di apprendimento rinforzato.
La manutenzione predittiva, resa possibile dall’AI, consente inoltre di monitorare lo stato di ponti, edifici, reti stradali e impianti, prevedendo guasti e minimizzando tempi di fermo. Ciò aumenta la sicurezza, riduce i costi e migliora la continuità operativa.
La scalabilità di queste tecnologie, tuttavia, richiede un’infrastruttura di rete robusta, sicura e a bassa latenza. Qui le telco diventano attori centrali nella costruzione di città più resilienti.
L’architettura proposta nello studio si basa su strumenti automatici come PyCaret, che semplificano la selezione e l’ottimizzazione dei modelli senza necessitare di conoscenze avanzate di programmazione. I risultati ottenuti – con coefficienti R² superiori a 0,99 – evidenziano la solidità degli approcci ensemble nel trattare dataset complessi.
Ma i risultati tecnologici da soli non bastano.
La gestione dei dati urbani solleva interrogativi cruciali: tutela della privacy, sicurezza, trasparenza e possibilità di impatti discriminatori generati dagli algoritmi. Per questo motivo diventa indispensabile adottare principi di “AI sostenibile”, che includano criteri ambientali, sociali ed etici accanto alle prestazioni tecniche.
Per operatori e fornitori tecnologici, l’intelligenza artificiale applicata alla città rappresenta un cambiamento di paradigma.
Gli operatori di rete dovranno:
sviluppare API per aprire la rete ai servizi intelligenti,
investire in edge computing,
integrare piattaforme di AI agentica,
collaborare con istituzioni pubbliche e partner industriali.
I vendor, dal canto loro, saranno chiamati a progettare soluzioni interoperabili, capaci di unire connettività, cloud e AI in un’unica struttura integrata.
La crescita del settore dipenderà anche dalla conformità alle normative, dal GDPR alle nuove regole europee sull’intelligenza artificiale.
Il modello di business cambia: non è più sufficiente vendere connettività, occorre offrire servizi digitali completi per energia, mobilità, sicurezza, sanità e gestione urbana. Chi saprà innovare in questa direzione potrà guadagnare vantaggi competitivi significativi.
La ricerca non si limita a mostrare come funzionano i modelli, ma propone una visione complessiva della città sostenibile del futuro.
La transizione verso ecosistemi urbani a basse emissioni si basa su tre pilastri fondamentali:
Connettività ad alte prestazioni, per garantire informazioni continue e aggiornate.
AI predittiva, capace di trasformare enormi quantità di dati in scelte operative.
Governance trasparente e inclusiva, che assicuri equità, sicurezza e gestione etica dei dati.
Il ruolo delle telecomunicazioni è determinante: senza reti robuste e affidabili, l’AI non sarebbe in grado di operare con i tempi e la precisione richiesti.
Le stime indicano che entro il 2030 il mercato globale delle città intelligenti potrebbe superare i tremila miliardi di dollari, con l’intelligenza artificiale come elemento abilitante della trasformazione.
Redazione
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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Sindaco Gualtieri Roberto