Milano: le zone rosse, tra degrado urbano, criminalit? e prezzi immobiliari bassi
Nel cuore pulsante di Milano, citt? della moda, dell?innovazione e del design, esistono ancora aree definite ?zone rosse? o comunque caratterizzate da un livello di criticit? sociale ed economica che le distingue profondamente dalle zone centrali e pi? ambite. Alcuni quartieri, pur trovandosi nella stessa citt? che ospita eventi internazionali come il Salone del Mobile o la Settimana della Moda, vivono una realt? molto diversa: degrado urbano, insicurezza, episodi di criminalit? diffusa e valore immobiliare sensibilmente pi? basso rispetto alla media cittadina.
Secondo le ordinanze prefettizie in vigore fino a settembre 2025, sono otto le aree ufficialmente classificate come ?zone rosse? a Milano. La prima ? Stazione Centrale, uno snodo strategico per la citt? ma anche teatro frequente di episodi di spaccio e microcriminalit?. Segue Stazione Garibaldi, altra zona ferroviaria dove si concentrano problematiche simili, spesso legate al passaggio continuo e al degrado degli spazi pubblici.
La situazione non migliora nella zona di Rogoredo, tristemente nota per la cosiddetta ?foresta della droga?, un?area adiacente ai binari dove per anni si ? concentrata una delle pi? grandi piazze di spaccio del Nord Italia. La Piazza del Duomo, pur essendo il cuore turistico della citt?, viene inserita tra le zone a rischio per l?elevata incidenza di borseggi e truffe ai danni dei visitatori.
Anche le aree della Darsena e dei Navigli, animate dalla movida notturna, presentano problematiche legate a disordini pubblici, vandalismo e risse, soprattutto nelle ore notturne. In questo scenario si aggiungono Via Padova e le Colonne di San Lorenzo, entrambe zone di aggregazione popolare ma con criticit? legate alla sicurezza. Infine, anche il Quartiere dei Fiori di Rozzano rientra tra le aree ad alta criticit?, con forte presenza di reati contro il patrimonio e disagio abitativo.
Accanto alle zone ufficiali, esistono numerosi quartieri considerati ?grigi?, ovvero con una reputazione compromessa a livello cittadino e nazionale. Uno dei pi? noti ? Quarto Oggiaro, da decenni sinonimo di degrado, insicurezza e forte presenza di edilizia popolare. I prezzi delle abitazioni qui restano tra i pi? bassi della citt?, ma a caro prezzo in termini di qualit? della vita.
Corvetto ? un?altra area sotto osservazione, soprattutto per episodi frequenti di spaccio, scarsa manutenzione urbana e conflittualit? sociale. Lambrate, sebbene in alcune zone presenti segnali di rigenerazione, resta in parte segnata da furti, microcriminalit? e una certa trascuratezza del territorio.
Il quartiere San Siro, conosciuto per lo stadio e i grandi eventi sportivi, presenta al suo interno ampie zone popolari, talvolta problematiche per il degrado edilizio e i reati predatori. Situazione simile in Lorenteggio, dove la presenza di immobili ERP e la carenza di servizi generano situazioni di marginalit? sociale.
Baggio, storico quartiere popolare nella zona ovest della citt?, ? spesso oggetto di segnalazioni per furti, vandalismo e scarsa presenza istituzionale. Anche Affori, a nord, presenta un mix tra aree residenziali e zone pi? difficili, spesso dimenticate dai grandi progetti urbanistici.
Bovisa, storicamente industriale e in parte riqualificata grazie al Politecnico, continua a mostrare sacche di disagio e scarsa sicurezza nelle vie pi? periferiche. Infine, Cimiano e Crescenzago, due quartieri dell?est milanese, evidenziano problematiche simili, con valori immobiliari tra i pi? bassi e un clima sociale spesso teso.
Secondo i dati aggiornati ad aprile 2025, le aree pi? problematiche coincidono quasi perfettamente con quelle dove i prezzi al metro quadro sono pi? bassi. In Bisceglie, Baggio e Olmi, si registra un prezzo medio di circa ?3.079/m?, mentre Cimiano, Crescenzago e Adriano si attestano su ?3.615/m?, contro i circa ?7.000/m? delle zone centrali o semicentrali.
Il prezzo basso, se da un lato pu? sembrare un?occasione per chi cerca casa, dall?altro ? spesso un indicatore di disagio, carenza di servizi, abbandono istituzionale o percezione negativa consolidata. Chi investe in queste zone spesso lo fa con l?ottica di una riqualificazione futura, ma i rischi restano elevati, soprattutto in termini di vivibilit? quotidiana.
Redazione
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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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