Viterbo, 4 giugno 2025 ? L?incendio che questa mattina ha colpito la Facolt? di Agraria dell?Universit? della Tuscia non rappresenta solo un grave evento strutturale e ambientale, ma costituisce un duro colpo per l?immagine pubblica dell?Ateneo e la fiducia della cittadinanza nelle istituzioni accademiche e nella sicurezza degli spazi pubblici.
L?origine del rogo, ancora in fase di accertamento, ? legata a presunti lavori di ristrutturazione sul tetto della palazzina C, dove operai avrebbero fatto uso di un cannello ossiacetilenico per saldature. Secondo altre ricostruzioni, a generare la scintilla potrebbero essere stati alcuni rotoli di guaina catramata, altamente infiammabili. A prescindere dalla causa esatta, resta il fatto che un incendio di tale portata in un ambiente universitario solleva interrogativi pesanti sulla gestione della sicurezza, la manutenzione degli edifici e le misure di prevenzione dei rischi chimici.
Il punto pi? critico dell?accaduto riguarda la propagazione delle fiamme fino ai laboratori di chimica e genetica, dove erano stoccati circa 500 litri di etanolo e bombole di protossido di azoto. Si tratta di materiali altamente infiammabili e potenzialmente esplosivi, conservati in ambienti che, alla luce dei fatti, non sembravano sufficientemente protetti contro scenari d?emergenza come questo. ? su questo nodo che si concentrano ora le maggiori perplessit?, in termini di responsabilit? e di reputazione istituzionale.
Oltre ai danni materiali ? tra cui il crollo parziale di coperture, la compromissione delle strutture universitarie e l?intervento dell?Esercito ? l?impatto per la comunit? locale ? stato immediato e profondo: evacuazioni d?urgenza, strade bloccate, chiusura del Tribunale e di numerose abitazioni entro un raggio di 500 metri. L?incendio ha scatenato una colonna di fumo nero visibile da chilometri, generando allarme pubblico e disagi alla viabilit? e alla vita quotidiana. Diversi studenti e dipendenti si sono recati all?ospedale per sintomi da intossicazione da fumo.
Per molti cittadini, l?Universit? rappresenta un polo di riferimento per lo sviluppo culturale, scientifico ed economico. Episodi come questo danneggiano il rapporto tra istituzione e territorio, incrinano la percezione di affidabilit? e possono avere ripercussioni anche sui futuri iscritti e sulla credibilit? della governance accademica.
In risposta all?emergenza, l?ARPA Lazio ha avviato il monitoraggio dell?aria per valutare la tossicit? del fumo. L?odore acre avvertito a grande distanza lascia presagire la presenza di materiali plastici bruciati, con potenziale ricaduta sulla salute pubblica. In attesa dei dati ufficiali, la reputazione dell?Universit? e delle sue facolt? scientifiche ? gi? fortemente compromessa.
Il Comune ha invitato la popolazione a tenere chiuse le finestre e a evitare ogni avvicinamento alla zona, mentre la citt? si interroga sulla prevenzione, sulle misure adottate, e sul fatto che un simile evento possa essersi verificato in uno degli ambienti teoricamente pi? regolamentati della citt?.
L?incendio all?Universit? della Tuscia non ? solo un evento drammatico dal punto di vista strutturale, ma rappresenta una frattura reputazionale che potrebbe richiedere mesi, se non anni, per essere sanata. La fiducia delle famiglie, degli studenti, dei docenti e della cittadinanza nei confronti dell?Ateneo ? stata scossa. Le future scelte in materia di sicurezza, comunicazione, trasparenza e responsabilit? saranno decisive non solo per la ricostruzione fisica degli ambienti, ma anche per la ricostruzione dell?immagine pubblica dell?Universit? e della sua credibilit? come polo d?eccellenza nel contesto accademico nazionale
Redazione
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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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