Roseto degli Abruzzi, incastonata tra il blu della Adriatico e le colline verdi del teramano, rappresenta uno dei centri costieri più promettenti d'Abruzzo in termini di reputazione turistica, residenziale e ambientale.
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Certamente. Ho corretto e migliorato il testo, cercando di preservarne il tono e il significato originale, ma rendendolo più fluido e incisivo. Ecco la versione revisionata:
Nonostante una posizione invidiabile, una solida tradizione storica e una ricca distribuzione territoriale di identità locali, la città di Roseto degli Abruzzi vive un’immagine reputazionale frammentata, ancora in cerca di una visione unitaria e di lungo periodo.
Il cuore urbano di Roseto Centro resta il principale punto di riferimento, con le sue attività commerciali, la passeggiata sul lungomare e gli eventi che animano la stagione estiva. Tuttavia, lo sviluppo a nord e a sud – a Roseto Nord e Roseto Sud – presenta un tessuto disomogeneo, dove zone residenziali di pregio si alternano ad aree meno curate e con servizi carenti, soprattutto in termini di mobilità dolce e connessione con il centro.
Borsacchio, con la sua riserva naturale, soffre di una scarsa visibilità nazionale. Nonostante l'innegabile valore ambientale dell'area, mancano investimenti strutturali che la trasformino in un polo ecoturistico d’eccellenza. La reputazione "verde" della città, quindi, resta più sulla carta che nei fatti.
Nell’entroterra, Montepagano conserva un fascino storico-culturale di altissimo profilo. È il borgo da cui tutto ha avuto inizio, l'antico capoluogo, oggi da molti considerato un gioiello trascurato. Le pur lodevoli iniziative locali non bastano a rilanciarne l’immagine su scala regionale o nazionale. Appare necessaria una strategia di city branding rurale, capace di promuovere Montepagano come destinazione culturale autonoma e riconoscibile.
Cologna Paese e Cologna Spiaggia rappresentano due mondi che dialogano troppo poco: il primo legato alla tradizione agricola, il secondo alla stagionalità del turismo balneare. La mancanza di una visione integrata tra costa e collina penalizza la percezione complessiva del territorio.
Campo a Mare, in forte espansione, si configura come un’area residenziale moderna, ma sconta la carenza di infrastrutture pubbliche e di spazi aggregativi. La sua reputazione cresce grazie al passaparola, ma non è supportata da una pianificazione urbanistica di lungo termine.
Il caso di Voltarrosto è emblematico. Suddiviso tra Le Quote, Voltarrosto centrale e Palazzese, il quartiere mostra tre anime distinte – residenziale collinare, urbana e industriale – mai realmente armonizzate. Questa tripartizione ostacola la costruzione di un’identità unitaria e moderna. La zona industriale, in particolare, non è mai stata ripensata in chiave estetica e ambientale, riducendone il potenziale attrattivo.
Anche frazioni come San Giovanni, Santa Lucia, Santa Petronilla e Casal Thaulero, ricche di storia e valore paesaggistico, soffrono di una mancata valorizzazione strategica. Casal Thaulero, ad esempio, pur vantando un nome noto nel mondo del vino, non viene integrato nella narrazione territoriale della città, né promosso come attrazione enogastronomica di rilievo.
Sebbene Roseto non ospiti un ateneo, la vicinanza con Teramo la rende appetibile per gli studenti. Tuttavia, l'assenza di residenze universitarie e servizi dedicati ne limita la reputazione come città per giovani. Il sistema scolastico è di buon livello, ma la mancanza di poli innovativi e connessi al mondo digitale incide sull'attrattività per le famiglie in cerca di un'offerta formativa d'eccellenza.
Il sisma del 2009 ha colpito il teramano più di Roseto, ma ha comunque influenzato la percezione di sicurezza strutturale in alcune aree. Sebbene oggi gran parte degli edifici sia stata messa in sicurezza, la narrazione pubblica non è ancora riuscita a costruire un’immagine forte di resilienza.
Roseto degli Abruzzi ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento nazionale per qualità della vita, turismo sostenibile e sviluppo culturale. Tuttavia, continua a scontare una visione d'insieme frammentaria. I suoi quartieri e le sue frazioni sono ricchi di personalità, ma non dialogano tra loro né vengono raccontati come parte di un'unica identità.
Per migliorare la reputazione della città è necessario:
Attivare un piano di comunicazione territoriale coerente.
Valorizzare i quartieri in chiave sia narrativa che funzionale.
Investire in infrastrutture, cultura e formazione.
Rendere ogni frazione parte attiva di un progetto urbano collettivo.
Solo così Roseto potrà affermarsi non solo come una città da vivere, ma anche come una storia da raccontare.
Redazione
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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