Reputazione dei stabilimenti Italiani ? in pericolo lo dicono le statistiche

Negli ultimi anni, il settore balneare italiano ? considerato per decenni un pilastro del turismo e dell?economia costiera ? sta vivendo una delle peggiori crisi della sua storia.

10 agosto 2025 11:08 95
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 Intere file di ombrelloni vuoti, cabine sbarrate, chioschi deserti e cartelli con scritto ?Chiuso per cessata attivit?? sono diventati immagini sempre pi? frequenti lungo il litorale nazionale. La situazione non ? uniforme, ma i segnali di sofferenza arrivano da tutte le regioni costiere, dal Tirreno all?Adriatico, passando per le isole.

Quella che una volta era una stagione attesa e programmata con largo anticipo, capace di garantire mesi di incassi importanti e dare lavoro a migliaia di persone, oggi ? diventata una sfida di sopravvivenza. Dietro questa crisi non c?? un?unica causa, ma un intreccio di fattori economici, normativi, climatici e sociali che stanno minando la stabilit? di un comparto che, secondo i dati pi? recenti, valeva oltre 15 miliardi di euro l?anno e rappresentava una delle eccellenze del Made in Italy nel turismo.


Le cause di una crisi complessa

a) Aumento dei costi di gestione
Uno dei fattori pi? pesanti per gli operatori balneari ? l?aumento generalizzato dei costi. Negli ultimi cinque anni, il prezzo dell?energia elettrica e del gas ? cresciuto in maniera vertiginosa, impattando sulle spese per illuminazione, cucine e refrigerazione dei prodotti alimentari. A questo si aggiunge l?aumento del costo delle materie prime per la ristorazione (dalla pasta al pesce fresco), che incide sui margini di guadagno dei chioschi e dei ristoranti annessi agli stabilimenti.

b) Canoni demaniali e incertezza normativa
Il nodo delle concessioni demaniali marittime ? un altro problema storico. La direttiva europea Bolkestein impone la messa a gara delle concessioni, ma l?Italia per anni ha rinviato l?applicazione piena. Questo ha generato un clima di incertezza: molti operatori non investono per ammodernare le strutture per paura di perdere la concessione alla scadenza. Nel frattempo, i canoni sono aumentati in alcune zone, senza che ci? si traducesse in servizi migliori.

c) Cambiamenti climatici e erosione costiera
Le mareggiate invernali e primaverili sono sempre pi? frequenti e violente, con effetti devastanti: tratti di spiaggia erosi, cabine distrutte, arenili ridotti della met?. Per alcuni stabilimenti, ricostruire ogni anno ? diventato insostenibile. In alcune localit? dell?Adriatico, gli operatori hanno perso oltre 10 metri di arenile in dieci anni, costringendoli a ridurre la distanza tra gli ombrelloni e offrire meno posti ai clienti.

d) Crisi del turismo interno ed estero
La pandemia ha modificato le abitudini di viaggio: molti italiani hanno preferito mete di prossimit?, ma altri hanno scelto l?estero, attratti da offerte low-cost e pacchetti ?all inclusive?. Il turismo internazionale, sebbene in ripresa, non ha ancora raggiunto i livelli del 2019 in tutte le localit? balneari italiane. Inoltre, in alcuni mercati esteri, l?immagine dell?Italia come meta balneare soffre la concorrenza di Grecia, Croazia, Spagna e Turchia.

e) Nuove tendenze di consumo
Negli ultimi anni, una parte della clientela ha abbandonato il concetto di ?abbonamento stagionale? agli ombrelloni, preferendo soluzioni pi? flessibili come il noleggio giornaliero o l?utilizzo di spiagge libere attrezzate. Questo ha ridotto gli introiti fissi che permettevano agli stabilimenti di pianificare la stagione.


Gli effetti a catena

La chiusura o la riduzione dell?attivit? di uno stabilimento balneare ha conseguenze ben oltre il singolo imprenditore.

a) Perdita di posti di lavoro
Un singolo stabilimento pu? impiegare decine di persone tra bagnini, camerieri, cuochi, addetti alla pulizia, animatori. La chiusura significa perdita immediata di reddito per queste famiglie e riduzione della spesa locale.

b) Impatto sul commercio locale
Gli stabilimenti balneari non sono solo spazi ricreativi: attirano turisti che poi consumano in ristoranti, gelaterie, negozi di souvenir e hotel. La loro chiusura riduce l?afflusso turistico e colpisce l?economia dell?intera area.

c) Degrado e perdita di attrattiva turistica
Quando un tratto di spiaggia rimane privo di gestione privata, spesso il livello di manutenzione e pulizia cala. Le spiagge libere possono diventare meno curate, riducendo l?attrattiva turistica della localit?.


 Voci dal settore

Molti gestori raccontano storie simili: investimenti fatti negli anni che oggi sembrano non avere pi? ritorno, sacrifici per mantenere aperto con margini sempre pi? stretti, notti insonni per trovare soluzioni.

?Lavoro in questo stabilimento da 25 anni, ma quest?anno ho dovuto ridurre il personale del 40% e aprire solo nei weekend. Non potevo permettermi di pagare stipendi a fronte di un?occupazione degli ombrelloni cos? bassa?, racconta Marco, gestore di uno storico lido sul litorale tirrenico.

Dall?altra parte, i clienti vedono i prezzi aumentare e talvolta percepiscono un calo della qualit?. Alcuni si lamentano dei costi giornalieri troppo elevati per famiglie, spingendosi a preferire altre opzioni.


Possibili soluzioni

La crisi non ? irreversibile, ma richiede interventi coordinati tra governo, regioni, comuni e operatori.

a) Riforma chiara delle concessioni
Serve una legge stabile che definisca la durata, le modalit? di rinnovo e gli obblighi dei concessionari, per permettere investimenti a lungo termine.

b) Sostegni mirati e incentivi alla modernizzazione
Agevolazioni fiscali e contributi per la riqualificazione ecologica e l?adattamento ai cambiamenti climatici potrebbero incentivare il rinnovo delle strutture.

c) Diversificazione dei servizi
Alcuni stabilimenti hanno iniziato a proporre attivit? alternative come sport acquatici, concerti serali, ristorazione di alta qualit?, eventi culturali. Questo permette di attrarre nuove fasce di pubblico.

d) Collaborazione pubblico-privato per la tutela delle coste
Interventi di ripascimento delle spiagge, barriere frangiflutti e soluzioni ecologiche per contrastare l?erosione possono salvaguardare l?arenile e quindi l?attivit? turistica.


Il futuro delle spiagge italiane

Se la crisi degli stabilimenti balneari non verr? affrontata con decisione, il rischio ? una trasformazione radicale del turismo costiero italiano. Potremmo assistere a:

  • Maggiore presenza di spiagge libere, ma con servizi ridotti.

  • Concentrazione del mercato in poche grandi catene, a discapito delle piccole imprese familiari.

  • Perdita di competitivit? rispetto alle altre mete del Mediterraneo.

Tuttavia, esiste anche uno scenario positivo: con una gestione oculata e un rinnovamento strutturale, le spiagge italiane potrebbero diventare un modello di sostenibilit?, innovazione e qualit?.

Domande frequenti

Per un insieme di fattori: aumento dei costi di gestione, incertezza sulle concessioni demaniali, erosione costiera, calo della clientela e concorrenza internazionale.
Sì, perché impone la messa a gara delle concessioni. L’incertezza normativa ha frenato gli investimenti e creato timori tra i gestori storici.
Molto. In alcune zone si sono persi metri di spiaggia in pochi anni, riducendo lo spazio per ombrelloni e strutture, con conseguenti cali di reddito.
Aumenta la frequenza e l’intensità delle mareggiate, danneggiando arenili e infrastrutture, e accorciando la stagione balneare.
Cresce la preferenza per formule flessibili (noleggio giornaliero, spiagge libere attrezzate) e per vacanze brevi, riducendo gli abbonamenti stagionali.
Sì, alcune regioni come Emilia-Romagna e Liguria hanno adottato strategie di adattamento più rapide, mentre altre soffrono maggiormente l’erosione e la burocrazia.
No, anche realtà medio-grandi stanno subendo la crisi, anche se le catene organizzate hanno più risorse per resistere.
Approvare una riforma chiara delle concessioni, introdurre incentivi alla modernizzazione e investire nella difesa delle coste.
Sì, quelli che hanno diversificato l’offerta con eventi, ristorazione di qualità, sport acquatici e servizi digitali stanno mantenendo una clientela più stabile.

Redazione

Autore dell'articolo

Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

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