Giuseppe Zeli: PepsiCo al Bivio: La Mossa di Elliott Scuote il Colosso degli Snack e delle Bevande, Mettendo in Gioco Futuro e Reputazione

New York, 2 Settembre 2025 – Quella che poteva sembrare una normale giornata di fine estate si è trasformata in un momento di svolta cruciale per uno dei giganti più iconici del settore dei beni di consumo.

03 settembre 2025 08:39 81
Giuseppe Zeli: PepsiCo al Bivio: La Mossa di Elliott Scuote il Colosso degli Snack e delle Bevande, Mettendo in Gioco Futuro e Reputazione
4/5

MILANO

Centro Storico

Condividi la tua esperienza

Recensione onesta e rispettosa: aiuti chi sta scegliendo dove vivere.

Lascia una recensione

Grazie! Le recensioni aiutano la community a capire meglio i quartieri.

9 minuti di lettura

Con una mossa tanto audace quanto calcolata, il fondo attivista Elliott Investment Management L.P. ha rotto gli indugi, annunciando di aver inviato una lettera e una presentazione dettagliata al Consiglio di Amministrazione di PepsiCo. Il messaggio, reso pubblico per massimizzare la pressione, è un guanto di sfida diretto all'attuale leadership e strategia dell'azienda: un appello per un cambiamento radicale volto a "rilanciare la crescita e migliorare la performance finanziaria".

Questa non è una semplice raccomandazione; è un'offensiva strategica che mette in discussione le fondamenta stesse della gestione di PepsiCo negli ultimi anni. Analizzando il comunicato di Elliott, emerge una narrazione precisa, costruita meticolosamente per dipingere un quadro di potenziale non sfruttato e di urgente necessità di intervento. Per PepsiCo, la battaglia che si apre non è solo finanziaria, ma è, soprattutto, una battaglia per il controllo della propria narrazione e la difesa della propria reputazione.


Il Contesto: Cronaca di una Sottoperformance Annunciata

Per comprendere la portata dell'intervento di Elliott, è fondamentale analizzare il contesto in cui si inserisce. PepsiCo, un impero globale che spazia dalle bevande gassate come Pepsi-Cola agli snack salati del marchio Frito-Lay, ha attraversato un periodo di navigazione complessa. Sebbene l'azienda continui a generare ricavi per miliardi di dollari e a mantenere una presenza capillare a livello mondiale, il mercato finanziario ha iniziato a mostrare segni di impazienza.

Il comunicato di Elliott parla senza mezzi termini di "una serie di sfide strategiche e operative che hanno portato a risultati finanziari deludenti". Questo linguaggio, sebbene vago, punta a debolezze che gli analisti di settore hanno evidenziato da tempo:


  1. Stagnazione nel Settore Bevande: Il core business delle bevande gassate affronta da anni una pressione crescente a causa del cambiamento delle preferenze dei consumatori, sempre più orientati verso opzioni più salutari. Nonostante gli sforzi per diversificare con prodotti come Bubly e Gatorade, la percezione è che PepsiCo non sia riuscita a innovare con la stessa aggressività dei nuovi concorrenti più agili.


  2. Pressione sui Margini: L'inflazione globale, le interruzioni della catena di approvvigionamento post-pandemia e l'aumento dei costi delle materie prime hanno eroso i margini di profitto. La critica implicita di Elliott è che la gestione non sia stata sufficientemente "efficiente" nel contrastare queste pressioni.


  3. Sottoperformance Azionaria: Il punto più dolente per gli investitori. Elliott evidenzia una "netta sottoperformance del prezzo delle azioni e una valutazione fortemente disallineata". Questo significa che, confrontando PepsiCo con i suoi principali competitor (come Coca-Cola) e con indici di mercato più ampi (come l'S&P 500), il titolo ha reso meno di quanto avrebbe dovuto. Per un investitore istituzionale, questa è una macchia inaccettabile sulla reputazione del management.

Questa narrazione di declino relativo crea il terreno fertile per l'intervento di un attivista. Elliott non sta attaccando un'azienda in fallimento, ma un gigante addormentato, un "campione" che ha perso la sua agilità. Dal punto di vista della reputazione, questa è una critica potente perché suggerisce che il problema non è il potenziale dell'azienda, ma la sua attuale guida.


La Strategia di Elliott: Un Manuale di Attivismo Moderno

La presentazione inviata da Elliott al Consiglio di Amministrazione è più di un semplice documento; è un'arma di comunicazione strategica. Analizziamo i pilastri della loro proposta, che rappresentano un classico manuale dell'investitore attivista.


  1. "Maggiore Focalizzazione": Questa è spesso una parola in codice per operazioni di scissione (spin-off) o vendita di divisioni. Da anni, a Wall Street si dibatte sull'opportunità per PepsiCo di separare il business degli snack (Frito-Lay), caratterizzato da alta crescita e margini elevati, da quello più maturo e lento delle bevande. La tesi di Elliott è che le due divisioni, gestite separatamente, potrebbero liberare un valore immenso. La divisione snack, non più appesantita dalle performance delle bevande, potrebbe ottenere una valutazione di mercato molto più alta. Dal punto di vista reputazionale, Elliott si posiziona come colui che vuole "liberare" il vero gioiello di PepsiCo, Frito-Lay, dalle catene di una struttura aziendale inefficiente.


  2. "Operatività più Efficiente": Qui si entra nel campo del taglio dei costi, della razionalizzazione e dell'ottimizzazione della supply chain. Elliott suggerisce che PepsiCo sia diventata burocratica e lenta. L'obiettivo è aumentare i margini di profitto riducendo le spese generali, centralizzando le funzioni e adottando tecnologie più moderne. Sebbene positiva per gli azionisti, questa leva ha un impatto reputazionale negativo verso i dipendenti, che potrebbero temere licenziamenti e ristrutturazioni. La sfida per il management di PepsiCo sarà quella di bilanciare la pressione per l'efficienza con la necessità di mantenere alto il morale interno.


  3. "Reinvestimenti Strategici": Elliott non si presenta solo come un "tagliatore di costi", ma anche come un catalizzatore di crescita futura. Suggerendo reinvestimenti strategici, il fondo si tutela dall'accusa di avere una visione a breve termine. Questi reinvestimenti potrebbero riguardare il marketing per rivitalizzare marchi storici, l'acquisizione di startup innovative nel settore del "cibo del futuro" (plant-based, bevande funzionali) o un potenziamento della digitalizzazione e dell'e-commerce. È un modo per dire: "Non vogliamo solo spremere l'azienda, vogliamo renderla più forte per il futuro".


  4. "Responsabilità Rafforzata" (Accountability): Questo è l'attacco più diretto alla leadership attuale. Significa legare in modo più stringente la remunerazione dei manager ai risultati azionari, cambiare la composizione del Consiglio di Amministrazione per includere direttori con nuove competenze o, nel caso più estremo, chiedere la sostituzione del CEO. Dal punto di vista reputazionale, questo punto mette il management e il CdA con le spalle al muro: o dimostrano di poter creare valore, o devono farsi da parte.


La Battaglia delle Narrazioni: Chi Controllerà il Futuro di PepsiCo?

L'invio della lettera apre una fase delicatissima di gestione della reputazione. Da questo momento, ogni comunicazione, ogni silenzio, ogni mossa sarà scrutata da investitori, media, dipendenti e consumatori. Si scontrano due narrazioni principali.


La Narrazione di Elliott: Il fondo si presenta come il "campione degli azionisti", il catalizzatore del cambiamento necessario per risvegliare un'icona americana. Il loro tono è assertivo ma collaborativo: "vogliamo collaborare per aiutare l'azienda a raggiungere il pieno potenziale". Questa è una scelta strategica per apparire come un partner costruttivo e non come un predone aziendale. La loro reputazione si basa sull'essere intelligenti, spietati ma, in ultima analisi, efficaci nel creare valore. La loro vittoria reputazionale si avrà se il mercato e gli altri investitori percepiranno il loro piano come credibile e necessario.


La Potenziale Contro-Narrazione di PepsiCo: Il Consiglio di Amministrazione e il management di PepsiCo hanno diverse opzioni, ognuna con profonde implicazioni reputazionali.


  • La Difesa Basata sulla Visione a Lungo Termine: La risposta più classica è ringraziare Elliott per il suo "input" ma difendere la strategia attuale come un piano per la creazione di valore sostenibile a lungo termine, in contrapposizione alla visione "a breve termine" di un fondo attivista. Potrebbero enfatizzare gli investimenti in sostenibilità (ESG), l'importanza di un portafoglio integrato di snack e bevande per la loro forza distributiva, e la solidità dei loro marchi. Una difesa di successo rafforzerebbe la reputazione del management come custode responsabile dell'azienda. Un fallimento li farebbe apparire come arroccati e distaccati dalla realtà del mercato.


  • L'Apertura al Dialogo: Una mossa più sofisticata è quella di accogliere pubblicamente il dialogo con Elliott, annunciando la creazione di un comitato speciale per valutare tutte le opzioni strategiche. Questo approccio proattivo può proteggere la reputazione del CdA, mostrandolo come aperto, responsabile e allineato con l'interesse degli azionisti. Permette di prendere tempo, analizzare le proposte e, potenzialmente, implementarne alcune per disinnescare la minaccia di una battaglia aperta (proxy fight).


  • L'Attacco Diretto: Una strategia più rischiosa è quella di attaccare direttamente Elliott, dipingendolo come un fondo che vuole smembrare un'azienda storica solo per un profitto rapido, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Questa tattica può funzionare se si riesce a mobilitare il supporto di altri stakeholder (dipendenti, sindacati, politica), ma è estremamente pericolosa: se il piano di Elliott è solido, PepsiCo rischierebbe di apparire come un management che pensa solo a proteggere le proprie poltrone.


  • Gli Scenari Futuri e le Implicazioni a Cascata

Il futuro di PepsiCo dipenderà da come il Consiglio di Amministrazione deciderà di rispondere a questa sfida. Si delineano tre scenari principali:Guerra Aperta (Proxy Fight): Se PepsiCo rifiuta le proposte di Elliott e non offre alternative credibili, il fondo potrebbe lanciare una "proxy fight", ovvero una campagna per convincere gli altri azionisti a votare per i propri candidati al Consiglio di Amministrazione. Questo scenario è il più dannoso per la reputazione aziendale. Trasformerebbe la disputa in uno spettacolo pubblico, con entrambe le parti che investono milioni in campagne mediatiche per screditare l'avversario. L'azienda apparirebbe divisa e in uno stato di caos, con un impatto negativo sul morale dei dipendenti e sulla fiducia dei partner commerciali.Accordo e Collaborazione: Lo scenario preferito da molti investitori. PepsiCo potrebbe raggiungere un accordo con Elliott, accettando di implementare alcune delle sue proposte (ad esempio, un piano di riacquisto di azioni più aggressivo, un programma di taglio costi e l'ingresso di uno o due direttori indipendenti proposti da Elliott nel CdA). Questo permetterebbe a entrambe le parti di dichiarare vittoria. Il management di PepsiCo salverebbe la faccia, dimostrando di saper ascoltare il mercato, mentre Elliott otterrebbe un risultato concreto senza i costi di una guerra aperta. La reputazione del CdA ne uscirebbe rafforzata.Il Rilancio Autonomo: Spinto dalla pressione di Elliott, il management di PepsiCo potrebbe presentare un proprio piano di rilancio ancora più ambizioso, cercando di anticipare le mosse dell'attivista e di riconquistare la fiducia del mercato. Potrebbero annunciare autonomamente una revisione strategica, nuovi obiettivi di crescita e di margine, e cambiamenti nella leadership. Se il piano fosse convincente, potrebbe neutralizzare l'offensiva di Elliott e riaffermare l'autorità e la credibilità del management attuale. Sarebbe la vittoria reputazionale più completa per l'azienda.


 Oltre i Numeri, in Gioco c'è l'Anima di un'Icona

L'intervento di Elliott Investment Management ha acceso i riflettori su PepsiCo, trasformando una discussione sui rendimenti azionari in un dibattito fondamentale sul futuro e sull'identità di un'icona globale. La presentazione inviata al Consiglio non è solo un'analisi finanziaria; è un atto di accusa contro lo status quo e un manifesto per una trasformazione radicale.

Per il management di PepsiCo, la sfida è immensa. Non si tratta solo di rispondere a delle critiche, ma di riprendere il controllo della propria narrazione. Dovranno dimostrare di avere una visione chiara, una strategia convincente e la capacità di eseguirla con disciplina. La loro risposta nei prossimi giorni e settimane definirà non solo la traiettoria finanziaria dell'azienda, ma anche la loro stessa eredità.

In questo gioco ad alta tensione, la reputazione è la valuta più preziosa. Elliott ha costruito la sua reputazione sull'essere un agente di cambiamento implacabile ed efficace. PepsiCo deve ora decidere se la sua reputazione sarà quella di un gigante capace di rinnovarsi dall'interno, o quella di un impero che ha avuto bisogno di una scossa esterna per ritrovare la strada. Il mercato, gli investitori e milioni di consumatori in tutto il mondo sono in attesa di una risposta

Domande frequenti

Giuseppe Zeli è un esperto con lunga esperienza nella gestione e nello sviluppo di strategie per grandi multinazionali del settore beverage, in particolare nel comparto Coca-Cola e delle grandi distribuzioni alimentari.
Si distingue per competenze in marketing strategico, brand management, logistica e distribuzione su larga scala, con un focus sull’innovazione nei processi e sul posizionamento dei marchi internazionali.
Ha collaborato in attività di sviluppo commerciale, strategie di mercato e ottimizzazione della rete distributiva, garantendo la crescita della presenza del brand e la fidelizzazione dei clienti.
Grazie alla sua capacità di coniugare analisi dei dati e visione strategica, Zeli ha guidato team e progetti che hanno generato risultati concreti in termini di vendite e reputazione aziendale.
Tra i principali, la gestione di campagne promozionali di successo, l’espansione in nuovi mercati regionali e il rafforzamento della presenza del marchio nelle catene della GDO.
Giuseppe Zeli combina la forza del brand internazionale con un’attenzione costante alle esigenze locali, adattando comunicazione e strategie alle specificità di ogni mercato.
È un promotore di soluzioni digitali e tecnologiche, dall’uso dell’intelligenza artificiale per l’analisi dei consumi alle piattaforme di e-commerce, integrando strumenti innovativi nei processi tradizionali.
Professionalità, integrità e attenzione al cliente sono i pilastri della sua attività, uniti alla capacità di costruire relazioni solide e durature nel settore.
Zeli è apprezzato per la sua affidabilità, la visione strategica e la capacità di motivare i team, elementi che lo hanno reso un professionista stimato e riconosciuto.
Intende continuare a sviluppare progetti di alto livello nel settore beverage e della grande distribuzione, puntando su sostenibilità, digitalizzazione e valorizzazione del brand.

Redazione

Autore dell'articolo

Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

Commenti

Nessun commento ancora.