DOSSIER – Qualità della vita 2025: Pescara arretra al 62° posto. Analisi completa, criticità e prospettive

La nuova indagine 2025 sulla qualità della vita registra un arretramento per Pescara, che scende alla 62ª posizione nazionale, perdendo otto posti rispetto all’anno precedente. Lo studio ItaliaOggi–Sapienza evidenzia progressi in ambiente e turismo, ma segnala un forte peggioramento in sicurezza, istruzione e dinamiche demografiche, delineando un territorio in equilibrio instabile tra punti di forza e criticità.

17 novembre 2025 09:03 6
DOSSIER – Qualità della vita 2025: Pescara arretra al 62° posto. Analisi completa, criticità e prospettive
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La nuova edizione 2025 dell’indagine sulla qualità della vita curata da ItaliaOggi–Ital Communications, in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma, offre una fotografia nitida di un’Italia che continua a presentare forti squilibri territoriali, tanto nel tessuto economico quanto nei sistemi sociali, amministrativi e ambientali. In cima alla classifica emerge ancora una volta un asse solido che unisce Milano, Bolzano e Bologna: tre realtà diverse ma accomunate da un mix di servizi efficienti, innovazione amministrativa, un buon mercato del lavoro e un ambiente urbano che continua ad attrarre talenti, investimenti e nuove attività. All’estremo opposto, la persistenza di criticità strutturali colloca Caltanissetta all’ultimo posto, confermando una fragilità non episodica ma sistemica, con ricadute molto profonde sulla qualità della vita.

In questo scenario complesso, la posizione di Pescara nel 2025 segnala un arretramento significativo: la provincia scende al 62° posto, otto gradini più in basso rispetto al 2024. Il dato non è solo statistico, ma reputazionale. Le classifiche sulla qualità della vita, infatti, influenzano la percezione interna ed esterna di un territorio, il modo in cui viene scelto dai residenti, analizzato dagli investitori e considerato dai turisti. Ogni avanzamento o arretramento ha un impatto concreto sui processi decisionali di chi osserva il territorio: famiglie, aziende, visitatori, enti pubblici e privati. La reputazione territoriale è un asset e, come tale, deve essere monitorato, compreso e gestito con continuità.


Una posizione che preoccupa: cosa significa essere 62esimi nel 2025

Pescara si colloca nella fascia definita “discreta” dallo studio, con un punteggio complessivo di 517 punti. Non è, dunque, un territorio in crisi profonda, ma è una provincia che mostra segnali di rallentamento nella sua capacità di garantire servizi, opportunità e sicurezza ai cittadini. Essere 62esimi significa posizionarsi esattamente nella parte centrale della graduatoria, in un’area dove molte realtà italiane si contendono un equilibrio instabile: territori non problematici, ma nemmeno particolarmente competitivi.

Per contestualizzare il risultato, è utile analizzare le ulteriori province abruzzesi: L’Aquila, ad esempio, compie un salto di ben 13 posizioni (56° posto), risultando l’unica in Abruzzo a entrare nella categoria “accettabile”. Chieti (64ª) e Teramo (71ª) si collocano entrambe dietro Pescara, ma tutte e tre restano distanti dalle performance delle province più virtuose del Centro-Nord. Questo conferma un dato chiave: l’Abruzzo nel suo complesso resta un territorio che fatica a raggiungere standard elevati in modo omogeneo, con dinamiche interne molto diverse tra loro e con margini di miglioramento ancora ampi.


Come viene costruita la classifica e perché conta davvero

La metodologia utilizzata dalla ricerca ItaliaOggi–Sapienza considera nove macro-aree fondamentali per misurare il benessere quotidiano dei cittadini:


• affari e lavoro
• ambiente
• istruzione e formazione
• popolazione
• reati e sicurezza
• reddito e ricchezza
• sicurezza sociale
• sistema sanitario
• turismo, cultura e intrattenimento


Ogni macro-area è composta da decine di indicatori che analizzano dinamiche molto diverse tra loro: dalle condizioni del mercato del lavoro alla qualità dell’aria, dall’offerta scolastica al numero di reati, dalla tenuta del sistema sanitario alla capacità del territorio di offrire attrattività turistica e culturale. È un approccio multidimensionale che evita letture superficiali: una provincia può ottenere punteggi molto alti in alcune aree e molto bassi in altre, generando così una media che potrebbe non restituire immediatamente la complessità interna del territorio.

Per questo motivo, la posizione di Pescara va letta con attenzione all’andamento interno degli indicatori, che presentano miglioramenti notevoli in alcuni settori, ma un vero crollo in altri. Il dato complessivo, da solo, non racconta tutto.


 I miglioramenti: ambiente e turismo trainano la reputazione positiva

La performance più significativa è quella ambientale. Pescara guadagna 9 posizioni e si porta al 20° posto nazionale, con 697 punti: un risultato che la colloca nel primo quarto della classifica e che racconta una provincia capace di gestire meglio rispetto al passato i suoi parametri ambientali. La crescita può essere attribuita a diversi fattori: politiche di tutela del territorio più efficaci, raccolta differenziata più organizzata, maggior attenzione alla qualità dell’aria e alle aree verdi. È un indicatore che non solo migliora la qualità della vita dei residenti, ma fornisce anche un vantaggio reputazionale verso l’esterno: l’attrattività di un territorio passa sempre più dalla percezione di sostenibilità e vivibilità.

Altro salto importante riguarda turismo, cultura e intrattenimento: +11 posizioni e un altro 20° posto nazionale. Questo è un dato molto rilevante per Pescara, città che negli ultimi anni ha puntato molto sulla valorizzazione degli eventi, sull’offerta di intrattenimento e su un turismo destagionalizzato. Il settore culturale e turistico è un amplificatore naturale della reputazione: influenza il racconto mediatico, genera esperienze condivise dai visitatori sui social, rafforza l’immagine del territorio. Il fatto che Pescara sia tra le prime venti in Italia in questo indicatore è un segnale chiaro della sua capacità di capitalizzare i propri asset marittimi e urbani.


 Le aree critiche: sicurezza, istruzione e demografia spingono verso il basso

La vera ragione del crollo nella classifica è però legata ai settori dove Pescara arretra in modo brusco. Primo su tutti: reati e sicurezza, area in cui la provincia precipita fino al 96° posto, con un calo di ben 28 posizioni. È un dato pesante e non marginale. La sicurezza è uno degli indicatori con il maggiore impatto percepito sulla qualità della vita: incide sulla fiducia dei cittadini, sulla scelta di vivere in un luogo, sulle decisioni di investimento e sull’attrattività generale del territorio. Le statistiche dei reati, quando peggiorano, creano subito un effetto reputazionale negativo, difficilissimo da recuperare nel breve periodo.

Altro settore problematico è quello dell’istruzione. Pescara perde 18 posizioni e scende al 33° posto, segno di un sistema scolastico e formativo che non riesce a mantenere ritmi competitivi. La qualità dell’istruzione è un indicatore che influisce anche su altri fattori: dalla crescita della popolazione giovane alla capacità del territorio di trattenere talenti, fino alla competitività economica a lungo termine.

Terzo settore critico riguarda la popolazione e le dinamiche demografiche: -13 posizioni e 52° posto. Questo riflette un elemento che riguarda non solo Pescara, ma molte realtà italiane: il calo delle nascite, la difficoltà di attrarre giovani famiglie, la mobilità delle generazioni più giovani verso grandi centri urbani considerati più dinamici. Un territorio che perde attrattività demografica subisce anche un indebolimento economico e reputazionale.

Infine, il sistema sanitario mostra un lieve peggioramento, con un -6 posizioni che però resta più contenuto rispetto agli altri indicatori. Pescara si attesta comunque al 33° posto, un valore che non allarma ma che evidenzia una mancanza di miglioramenti significativi rispetto ad altre province.


 L’andamento economico: segnali deboli e poche certezze

Gli indicatori economici non mostrano segnali particolarmente incoraggianti. Il settore affari e lavoro registra solo +1 posizione, collocando Pescara al 67° posto: una crescita troppo debole per un territorio che punta a diventare più competitivo a livello regionale e nazionale. Anche l’occupazione risulta sostanzialmente stabile, con un lieve miglioramento di una posizione che non sposta l’ago della bilancia.

Più preoccupante è il dato relativo alla sicurezza del lavoro e alle condizioni del tessuto imprenditoriale: Pescara perde ben 10 posizioni e scende all’81° posto. Questo riflette le difficoltà delle imprese locali, un rallentamento degli investimenti e una percezione di instabilità che pesa sia sul mercato del lavoro sia sulla crescita del sistema produttivo.

L’economia pescarese si trova così in una sorta di limbo: non arretra in modo drastico, ma non riesce nemmeno a compiere passi decisi in avanti. È un’economia che regge, ma che necessita di una strategia più moderna e orientata al futuro.


L’impatto reputazionale dell’arretramento: come viene percepita Pescara

Le classifiche come quella di ItaliaOggi non sono semplici esercizi statistici: rappresentano veri e propri strumenti di comunicazione territoriale. Qualsiasi miglioramento o peggioramento genera un effetto domino nella percezione pubblica, nei media, nei potenziali investitori e nelle scelte dei cittadini.

Per Pescara, il passaggio dal 54° al 62° posto nel 2025 ha tre conseguenze principali:

  1. indebolisce la percezione di stabilità e sicurezza

  2. riduce la narrazione positiva associata a crescita, dinamismo, attrattività

  3. alimenta un dibattito politico e mediatico che tende a polarizzare i giudizi

Se da un lato gli indicatori ambientali e turistici migliorano l’immagine del territorio, dall’altro il crollo nella sicurezza compromette seriamente la reputazione complessiva. La percezione di insicurezza ha un impatto diretto anche sulla qualità della vita percepita: gli abitanti vivono la città in modo diverso, limitano alcune attività, modificano abitudini quotidiane. La reputazione è strettamente legata alla fiducia: una volta incrinata, richiede tempo e interventi concreti per essere ripristinata.


Pescara nel confronto nazionale: cosa fanno meglio le province in crescita

Per capire come invertire la tendenza, è utile osservare le province che nel 2025 registrano i maggiori miglioramenti. L’Aquila, ad esempio, cresce di 13 posizioni grazie a una forte attenzione al sistema sanitario e alla sicurezza sociale, due settori in cui investimenti mirati hanno prodotto risultati tangibili. Bologna continua a crescere grazie alla sua capacità di offrire servizi avanzati, politiche di mobilità integrate, innovazione tecnologica e un ecosistema produttivo attrattivo.

Le realtà più performanti del Nord – come Milano e Bolzano – mostrano invece un equilibrio tra tutti gli indicatori: nessuna eccellenza isolata, ma un sistema complessivo che funziona. Per Pescara, dunque, la sfida non è primeggiare in un singolo ambito, ma costruire un modello di sviluppo più omogeneo.


 Le sfide strategiche per il futuro: cosa serve per risalire nella classifica

Per migliorare la propria posizione nella qualità della vita, Pescara deve intervenire prioritariamente su quattro fronti:

  1. Sicurezza: il calo di 28 posizioni è un campanello d’allarme enorme. Servono politiche integrate, investimenti nella prevenzione, strategie di collaborazione tra istituzioni locali, forze dell’ordine e comunità.

  2. Istruzione e formazione: migliorare l’offerta scolastica, rafforzare i percorsi universitari e potenziare i collegamenti tra formazione e imprese.

  3. Attrattività demografica: favorire politiche per giovani famiglie, studenti e lavoratori che scelgono residenza in città costiere con buona qualità dei servizi.

  4. Mercato del lavoro: servono interventi strutturali per attrarre investimenti, sostenere l’innovazione e creare un ecosistema più competitivo.

Parallelamente, occorre proseguire nel consolidamento dei punti di forza: ambiente, turismo, cultura. Questi sono settori in grado di generare un circolo virtuoso, migliorando non solo la qualità della vita, ma anche la percezione esterna del territorio.


Conclusione: tra criticità e potenzialità, Pescara deve scegliere una nuova direzione

Il dossier 2025 sulla qualità della vita mostra chiaramente come Pescara si trovi in una fase di transizione complessa. Da un lato emergono segnali di forza – ambiente e turismo – che confermano la vocazione naturale del territorio. Dall’altro, lo scivolamento in sicurezza, istruzione e dinamiche demografiche segnala una fragilità che rischia di condizionare il futuro.


La percezione della qualità della vita non è solo numerica: è narrativa. È l’immagine che un territorio comunica, è la storia che abitanti e media raccontano, è il valore reputazionale che cresce o diminuisce nel tempo. Per risalire la classifica, Pescara dovrà costruire una strategia coerente che unisca sicurezza, servizi, attrattività economica e innovazione territoriale. L’obiettivo non è solo scalare posizioni, ma ricostruire fiducia, creare un clima sociale più stabile e consolidare un’identità urbana capace di competere con le realtà più avanzate del Paese.

Domande frequenti

Pescara arretra soprattutto per il crollo nel settore sicurezza, la diminuzione nei punteggi dell’istruzione e le difficoltà demografiche. I miglioramenti in ambiente e turismo non compensano le criticità strutturali che pesano sulla valutazione complessiva.
Il calo peggiore riguarda la sicurezza, con una perdita di 28 posizioni. Seguono l’istruzione, la demografia e le condizioni del lavoro. Questi ambiti incidono fortemente sulla percezione del territorio e sulla sua competitività sociale ed economica.
Ambiente e turismo trainano i risultati positivi: entrambi gli indicatori salgono fino alla 20ª posizione nazionale. Le politiche ambientali recenti e la crescita dell’offerta culturale e turistica hanno rafforzato l’immagine esterna del territorio.
Il peggioramento nella sicurezza genera un impatto reputazionale forte: condiziona la percezione dei cittadini, disincentiva investimenti, riduce l’attrattività residenziale e influenza negativamente il racconto mediatico, creando sfiducia e alimentando preoccupazioni diffuse sulla vivibilità quotidiana.
L’Aquila guida la regione con un balzo di 13 posizioni. Pescara è seconda, seguita da Chieti e Teramo. L’Abruzzo mostra un andamento disomogeneo, con margini di miglioramento in sicurezza, economia e istruzione per tutte le province.
Sì. La perdita di attrattività demografica riduce il potenziale economico, indebolisce la crescita futura e limita la vitalità sociale. Un calo nelle nascite e nell’arrivo di giovani famiglie compromette la capacità del territorio di rigenerarsi e competere.
Serve un piano integrato su sicurezza, istruzione e innovazione economica. Occorrono investimenti mirati, collaborazione tra istituzioni, politiche per giovani famiglie, potenziamento dei servizi e una governance capace di valorizzare i risultati positivi in ambiente e turismo.
I dati mostrano stabilità ma poca crescita. L’occupazione migliora di una sola posizione, mentre le condizioni del lavoro arretrano nettamente. Il tessuto imprenditoriale è fragile e necessita di investimenti e politiche di sostegno più incisive.
La reputazione influenza scelte residenziali, investimenti, turismo e percezione pubblica. Un peggioramento come quello del 2025 non è solo numerico: modifica il modo in cui Pescara viene vista da residenti, media, imprese e amministrazioni.
La priorità è ricostruire un equilibrio tra sicurezza, servizi e attrattività economica. Senza intervenire su questi pilastri, i miglioramenti ambientali e turistici non basteranno a restituire competitività, stabilità sociale e una reputazione territoriale solida.

Redazione

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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

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