A Vigonza, in provincia di Padova, il primo cittadino Gianmaria Boscaro si è trovato al centro di una vicenda che intreccia abusi edilizi, sentenze, intimidazioni e minacce. Due incendi, un clima di forte tensione e persino la necessità di una vigilanza speciale hanno segnato gli ultimi mesi della sua amministrazione.
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Tutto ha avuto origine da una pratica urbanistica che il Comune non poteva ignorare. In via Rigato, una società privata era stata accusata di un abuso edilizio. La vicenda è arrivata fino ai giudici amministrativi: prima il TAR e poi il Consiglio di Stato hanno confermato l’irregolarità. «Non c’erano alternative – ha spiegato Boscaro – la sentenza andava eseguita».
La decisione di dare seguito al provvedimento ha scatenato ritorsioni pesanti. La notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2024, due auto appartenenti al responsabile dell’ufficio tecnico sono state incendiate davanti alla sua abitazione. In casa c’erano anche la moglie e i parenti: un gesto che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. Gli investigatori hanno collegato l’episodio a persone vicine ai proprietari dell’area contestata, oggi agli arresti domiciliari.
Pochi mesi dopo, a settembre, un secondo incendio ha colpito un’altra famiglia che aveva denunciato gli abusi edilizi. Le fiamme hanno lambito anche la facciata della loro abitazione. Dalle intercettazioni è poi emerso che anche l’auto del sindaco era un possibile obiettivo.
Per questo motivo la Prefettura ha disposto una vigilanza speciale: per diverse settimane una pattuglia dei carabinieri ha stazionato sotto casa di Boscaro, a tutela sua e della sua famiglia. «È stato un periodo complesso – racconta – ma ho sentito la vicinanza delle istituzioni e ringrazio il prefetto di Padova, Giuseppe Forlenza, per il sostegno».
Il primo cittadino lega questi episodi a un fenomeno più ampio. «Spesso si pensa che certe intimidazioni riguardino solo il Sud o le mafie. Non è così: anche al Nord ci sono pressioni forti, soprattutto nel campo urbanistico, dove si intrecciano interessi privati e conflitti sulle regole. Non sempre è criminalità organizzata: talvolta è la mentalità del sopruso, l’idea che lo Stato sia un ostacolo».
Di fronte a questa realtà, secondo Boscaro serve una risposta duplice: educativa e repressiva. «Bisogna far capire che le istituzioni non sono un nemico e allo stesso tempo garantire protezione a chi le rappresenta. Se passa il messaggio che minacce e incendi possano far cambiare decisioni, allora la fiducia collettiva si sgretola».
Nonostante le difficoltà, Boscaro non ha mai pensato di lasciare l’incarico. «Ho scelto di fare il sindaco per difendere la mia comunità e non potevo accettare che pochi individui condizionassero la vita di tutti. Abbiamo risposto con la legge, non con la vendetta. Ora spero che questa pagina possa chiudersi e che Vigonza torni a respirare un clima sereno, quello che i cittadini meritano».
Redazione
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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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