In un'era in cui la convivenza urbana è sempre più messa alla prova da ritmi frenetici e interazioni digitali, un recente sondaggio ha gettato luce su un aspetto spesso trascurato della vita quotidiana: la cortesia.
Condotto dalla piattaforma di apprendimento lingue Preply, lo studio ha coinvolto 1.558 persone provenienti da 19 città italiane, chiedendo loro di identificare i comportamenti percepiti come più scortesi nella società. I risultati, pubblicati di recente, hanno sorpreso molti, dimostrando che non sono necessariamente le metropoli caotiche come Roma o Milano a detenere il primato della maleducazione.
Al contrario, sono le città medie o piccole, come Taranto, Torino e Trieste, a emergere come le meno educate, mentre Padova si distingue per il suo approccio rispettoso e dialogante. Questo articolo esplora in dettaglio i findings del sondaggio, analizzando i comportamenti incriminati, le dinamiche sociali alla base e le implicazioni per residenti e turisti, in un'analisi che supera le semplici statistiche per toccare temi più profondi come il turismo, la cultura locale e il ruolo della tecnologia nelle interazioni umane.
Preply, nota per i suoi corsi di lingue online, ha deciso di approfondire il tema della cortesia urbana attraverso un'indagine strutturata. Il campione è composto da 1.558 individui, un mix equilibrato di residenti e turisti occasionali, selezionati da 19 città rappresentative del panorama italiano. Le città incluse spaziano dal Nord al Sud: da Milano a Napoli, da Venezia a Bari, coprendo un'ampia varietà di contesti socio-economici e culturali. Ai partecipanti è stato chiesto di valutare, su una scala da 1 a 10, la frequenza e l'impatto di 12 comportamenti quotidiani considerati scortesi, come l'uso eccessivo del cellulare in pubblico, il non lasciare la mancia, il saltare la fila o il non rispettare lo spazio personale.
La metodologia è stata progettata per catturare non solo le percezioni oggettive, ma anche le sfumature soggettive. Ad esempio, i rispondenti potevano indicare se questi comportamenti fossero più comuni tra i locali o i turisti, fornendo così un quadro più nuanciato delle tensioni urbane. I dati sono stati aggregati per calcolare un punteggio medio di maleducazione per ciascuna città, con valori più alti che indicano una maggiore percezione di scortesia. Sorprendentemente, la media nazionale si attesta intorno a 6,10, un valore che riflette un'Italia divisa tra tradizioni di ospitalità e pressioni moderne. Questo approccio ha permesso di evidenziare come la maleducazione non sia un fenomeno isolato, ma il risultato di piccoli gesti ripetuti che erodono la qualità delle interazioni sociali.
Secondo i risultati, Taranto si posiziona al primo posto come la città più maleducata d'Italia, con un punteggio che supera di gran lunga la media nazionale. Segue Torino al secondo posto e Trieste al terzo, formando un podio inaspettato che sfida gli stereotipi sulle grandi città. Taranto, con la sua storia industriale e il suo porto affacciato sul Mar Ionio, è stata penalizzata soprattutto per la mancanza di attenzione negli spazi pubblici. I residenti lamentano una diffusa indifferenza verso gli altri, come non cedere il passo ai pedoni o interrompere conversazioni per rispondere al telefono. "È come se la fretta quotidiana avesse cancellato le basi della convivenza", ha commentato un partecipante anonimo nel sondaggio.
Torino, nota per la sua eleganza sabauda e i suoi caffè storici, si classifica seconda. Qui, i comportamenti scortesi sono legati a un atteggiamento più riservato, quasi distaccato, che i turisti percepiscono come freddezza. Ad esempio, l'uso eccessivo del cellulare durante i pasti o nelle code è stato citato come un problema ricorrente, riflettendo forse lo stress di una città che bilancia tradizione e modernità industriale. Trieste, al terzo posto, condivide simili criticità, aggravate dalla sua posizione di confine culturale. La città adriatica è famosa per il suo vento bora e la sua miscela di influenze austriache e slave, ma i rispondenti hanno evidenziato una tendenza a ignorare le norme di cortesia nel traffico e nei luoghi pubblici, forse dovuta a un ritmo di vita accelerato.
Al contrario, Padova emerge come la città più educata, con un punteggio significativamente basso. Situata nel cuore del Veneto, Padova è lodata per la sua disponibilità al dialogo e il rispetto delle regole civiche. I suoi abitanti, influenzati forse dall'ambiente universitario e dalla presenza della Basilica di Sant'Antonio, dimostrano una maggiore empatia, come lasciare la mancia generosamente o cedere il posto sui mezzi pubblici. Questo contrasto evidenzia come la dimensione culturale e storica possa influenzare positivamente i comportamenti sociali.
Un dato particolarmente curioso riguarda Venezia. Nonostante il suo fascino romantico e i canali iconici, la Serenissima è classificata tra le meno cortesi. Con oltre 13 milioni di turisti all'anno, la città lagunare soffre le tensioni del sovraffollamento. I residenti accusano i visitatori di comportamenti come gettare rifiuti per terra o bloccare i ponti per selfie, mentre i turisti lamentano l'irritabilità dei locali. "Il turismo di massa ha trasformato Venezia in un'arena di frustrazioni", nota lo studio, sottolineando come il peso demografico – con un rapporto di 200 turisti per residente in alta stagione – amplifichi percezioni negative.
Lo studio di Preply non si limita alla classifica, ma disseziona i comportamenti specifici che definiscono la maleducazione. In testa alla lista c'è l'uso eccessivo del cellulare in pubblico, percepito come scortese dal 68% dei rispondenti. Interrompere una conversazione per controllare una notifica o parlare ad alta voce al telefono è visto come un'invasione dello spazio altrui, un fenomeno amplificato dalla dipendenza digitale post-pandemia. A Taranto, questo comportamento è particolarmente diffuso, forse legato a una cultura più individuale in contesti urbani stressati dall'inquinamento industriale e dalla disoccupazione.
Al secondo posto, il non lasciare la mancia ai camerieri o al personale di servizio, considerato un segno di ingratitudine dal 55% del campione. In città come Torino, dove la tradizione dei caffè è forte, questo gesto è visto come un tradimento delle norme sociali. Segue il saltare la fila, un classico italiano che a Trieste assume connotazioni culturali, forse ereditate da influenze mitteleuropee dove l'ordine è sacro. Altri comportamenti includono il non rallentare vicino ai pedoni, il fare rumore in pubblico e il linguaggio corporeo chiuso, come incrociare le braccia durante una chiacchierata.
Interessante è il confronto tra residenti e turisti. Il 47% crede che entrambi i gruppi siano ugualmente scortesi, ma nelle città del Sud come Taranto, i locali sono percepiti come più rudi, forse a causa di frustrazioni economiche. Al Nord, come a Trieste, i turisti sono accusati di maggiore maleducazione, attribuibile al "turismo mordi e fuggi".
Approfondendo Taranto, la "città dei due mari", il primato negativo potrebbe derivare dalla sua storia travagliata. Dominata dall'ILVA, l'ex acciaieria che ha causato inquinamento e crisi sanitarie, Taranto ha visto erodere il tessuto sociale. I residenti, sottoposti a stress cronico, potrebbero manifestare maleducazione attraverso indifferenza, come non salutare i vicini o ignorare le regole del traffico. Tuttavia, lo studio nota che Taranto è anche generosa in altri aspetti, come l'ospitalità familiare, suggerendo che la perceptione è contestuale.
Torino, ex capitale d'Italia, porta il peso di una transizione post-industriale. La città di Fiat e Juventus è nota per la sua riservatezza piemontese, che può essere interpretata come scortesia. I turisti, attratti dal Museo Egizio o dalla Mole Antonelliana, lamentano una mancanza di calore, ma i locali difendono questa come "discrezione".
Trieste, con il suo porto e la Piazza Unità d'Italia, è un crocevia culturale. La maleducazione percepita potrebbe derivare da un mix di influenze, dove la puntualità austriaca clash con la flessibilità italiana. Il vento bora, metaforicamente, "spazza via" la pazienza.
Venezia, come menzionato, soffre il turismo. Con 30 milioni di visitatori pre-pandemia (ridotti a 13 milioni nel 2025), la città è un caso studio di overtourism. Comportamenti come spingere sui vaporetti o littering sono comuni, alimentando tensioni. Eppure, Venezia rimane un'icona di bellezza, dimostrando che maleducazione e fascino possono coesistere.
Padova, al contrario, beneficia della sua università, una delle più antiche al mondo. La presenza di studenti internazionali promuove tolleranza e dialogo, con comportamenti come aiutare gli anziani o rispettare le code che diventano norma. La città di Giotto e Galileo incarna un'educazione radicata nella cultura.
I risultati del sondaggio hanno implicazioni ampie. Per il turismo, città come Taranto potrebbero soffrire un danno d'immagine, scoraggiando visitatori. Al contrario, Padova potrebbe attrarre più "turismo consapevole". Lo studio suggerisce interventi come campagne di sensibilizzazione o app per promuovere cortesia, come "reminder" per spegnere il cellulare in pubblico.
A livello sociale, evidenzia come la maleducazione sia un sintomo di stress urbano. In un'Italia post-COVID, dove il digitale ha sostituito molte interazioni faccia a faccia, ricostruire la cortesia è essenziale per il benessere collettivo. Confronti internazionali – ad esempio, con città come Parigi (nota per la sua "rudeness") o Tokyo (esempio di educazione) – mostrano che l'Italia è nella media, ma con potenziale per migliorare.
Il sondaggio Preply ci ricorda che la cortesia è fatta di piccoli gesti. Taranto, Torino e Trieste possono imparare da Padova, trasformando percepzioni negative in opportunità di cambiamento. In un mondo sempre più connesso ma isolato, riscoprire l'empatia potrebbe essere la chiave per città più vivibili. Come dice un proverbio italiano, "La cortesia non costa nulla, ma vale molto". Forse è tempo di investirci.
Redazione
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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