A quindici anni dal sisma del 2009, la reputazione de L'Aquila ? un mosaico complesso. Da un lato, si registrano notevoli successi nella ricostruzione privata; dall'altro, persistono criticit? nel settore pubblico, nell'eredit? degli alloggi di emergenza e nelle sfide socio-economiche.
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La citt? ha dimostrato una straordinaria resilienza, culminata nella designazione a Capitale Italiana della Cultura 2026, un riconoscimento che segna un potenziale punto di svolta verso una rinascita completa. Tuttavia, per consolidare pienamente il suo recupero e rafforzare la sua reputazione, L'Aquila deve affrontare con decisione le lacune nella ricostruzione pubblica, risolvere la complessa questione dell'abusivismo edilizio post-sisma, stimolare una diversificazione economica sostenibile e promuovere una governance pi? inclusiva.
Il 6 aprile 2009, un terremoto di magnitudo 6.3 ha devastato L'Aquila e 56 comuni limitrofi, cambiando per sempre la storia dell'Abruzzo. Il bilancio fu tragico: 309 vittime, oltre 1.600 feriti e circa 80.000 sfollati. L'impatto sul patrimonio edilizio, pubblico e privato, e sulle infrastrutture fu immenso, avviando una macchina della ricostruzione tanto complessa quanto longeva.
Questo dossier fornisce un'analisi approfondita della reputazione de L'Aquila, esaminando le criticit? e i problemi che hanno plasmato la sua immagine in oltre quindici anni. L'analisi abbraccia la ricostruzione fisica, le dinamiche socio-economiche, le sfide di governance e l'evoluzione della percezione pubblica, offrendo un quadro completo delle sfide e delle opportunit? che la citt? ha di fronte.
La ricostruzione de L'Aquila si ? sviluppata su due binari: quello privato, che ha registrato progressi significativi, e quello pubblico, che procede con maggiore lentezza.
La ricostruzione delle abitazioni private ha raggiunto livelli notevoli. La quasi totalit? delle pratiche presentate, circa 30.000, ? stata istruita e oltre il 98% ? stato concluso. Nel cratere sismico, la riconsegna delle case private ha raggiunto il 75% a L'Aquila e il 50% nei comuni circostanti, mentre fuori dal cratere si attesta intorno al 60%. Dal punto di vista finanziario, a fronte di richieste per oltre 8,3 miliardi di euro, ne sono gi? stati concessi circa 6,7, con la maggior parte degli importi istruita. Questo elevato tasso di completamento indica un processo burocratico relativamente efficiente per i singoli proprietari, in netto contrasto con il settore pubblico.
La ricostruzione di edifici e infrastrutture pubbliche ? stata pi? lenta, attestandosi a circa met? del percorso sia a L'Aquila che, in misura minore, nei comuni del cratere. A fronte di un costo complessivo previsto di oltre 2,6 miliardi di euro, quasi interamente finanziato, l'importo effettivamente erogato ? di circa 1,7 miliardi. Il divario tra fondi stanziati e spesi suggerisce inefficienze amministrative e procedurali.
Nonostante i ritardi, importanti interventi sono in corso. Proseguono i lavori sulle mura urbiche e a Palazzo Centi. Piazza Duomo ? oggetto di un restyling, mentre si prevede entro il 2026 la riapertura del Teatro comunale e il ritorno parziale del Museo Nazionale d'Abruzzo (MUNDA) nel Castello cinquecentesco. La lentezza complessiva, tuttavia, frena il pieno recupero funzionale della citt? e la restaurazione dei servizi pubblici e della vita culturale.
Persistono criticit? specifiche. Un problema significativo ? il ritardo da parte dei gestori delle utenze (luce, gas, acqua) nell'allacciare le case ricostruite, rendendole pronte ma non abitabili. Anche il completamento di opere simbolo presenta sfide: il Duomo di San Massimo ? un intervento "decisamente complesso" la cui riconsegna ? auspicata per il 2026, mentre il Santuario di Santa Maria della Croce a Roio, nonostante i lavori siano iniziati da tempo, subisce ancora ritardi, generando proteste.
Le tempistiche complessive rimangono estese: si stimano ancora 5 anni per L'Aquila e 8 per i comuni del cratere. Sebbene quindici anni possano essere considerati tecnicamente necessari per un'opera di tale portata, questa prospettiva appare problematica per chi ? ancora sfollato.
Il terremoto ha inciso profondamente sulla struttura socio-economica dell'area aquilana.
Dopo una contrazione iniziale, la popolazione de L'Aquila ha mostrato segnali di ripresa, con una lieve crescita negli ultimi anni. Tuttavia, un aspetto critico ? il significativo aumento dell'indice di vecchiaia, passato da 147 a 209 in circa vent'anni. Questo ? dovuto a una riduzione delle fasce giovanili e intermedie e a un aumento marcato (+36,9%) di quella anziana. L'invecchiamento della popolazione potrebbe ostacolare il dinamismo economico a lungo termine, riducendo la forza lavoro e la capacit? di innovare.
Il mercato del lavoro nell'area aquilana appare "relativamente sfavorevole" rispetto alla media abruzzese, sebbene migliore di quella nazionale, con un tasso di disoccupazione provinciale superiore alla media italiana. Nonostante i cantieri della ricostruzione impieghino migliaia di persone, questo sforzo non si ? ancora tradotto in una ripresa economica diffusa e sostenibile. Ci? indica un potenziale disallineamento tra le competenze richieste e quelle disponibili, o una debolezza strutturale in altri settori. La sfida ? diversificare l'economia per creare occupazione stabile oltre il boom edilizio.
I settori prevalenti sono le costruzioni, il commercio e i servizi alle imprese. L'area mostra una forte specializzazione nell'edilizia, ma anche nelle attivit? professionali, scientifiche e tecniche, grazie alla presenza di universit? e centri di ricerca di eccellenza (Universit? degli Studi dell'Aquila, INGV, GSSI, Laboratori Nazionali del Gran Sasso). Tuttavia, il sistema industriale e dei servizi ha subito una lieve contrazione tra il 2012 e il 2021, un dato in controtendenza rispetto alla crescita regionale e nazionale. L'economia aquilana presenta dunque una doppia natura: una forte dipendenza dalle costruzioni e un cluster scientifico di alto valore. La sfida ? far leva su quest'ultimo per diversificare l'economia e renderla pi? resiliente.
La gestione della ricostruzione ha sollevato questioni significative di governance e fiducia.
Una critica ricorrente ? che la pianificazione d'emergenza abbia soppiantato quella ordinaria, escludendo la comunit? locale dal processo decisionale. Il Progetto C.A.S.E. (Complessi antisismici, sostenibili ed ecocompatibili), in particolare, ? stato vissuto come un'imposizione che ha ipotecato lo sviluppo urbano futuro e danneggiato il capitale sociale della citt?. Questo approccio centralizzato ha lasciato in eredit? una disconnessione tra ricostruzione fisica e ricostituzione della comunit?. L'esperienza aquilana ha comunque ispirato una nuova legge nazionale sulla ricostruzione post-calamit?, che mira a maggiore efficienza e stabilit? normativa.
Un problema visibile e irrisolto ? l'eredit? degli alloggi temporanei. Il Progetto C.A.S.E., con i suoi quasi 4.500 appartamenti, ? oggi in uno stato di sotto-utilizzo e degrado, con oltre un migliaio di unit? inagibili. Anche i Moduli Abitativi Provvisori (MAP) soffrono di abbandono. Manca un piano chiaro per il loro riutilizzo o la loro demolizione.
Ancora pi? spinosa ? la questione delle "casette" abusive. Inizialmente autorizzate come strutture temporanee, molte sono diventate vere e proprie case, spesso costruite senza rispettare le norme. A queste si aggiungono migliaia di altre costruite senza alcuna autorizzazione, generando una "grandinata di edificazione illegale" anche in zone di pregio ambientale. Questo rappresenta un fallimento della governance urbana che erode la fiducia pubblica e proietta un'ombra sulla reputazione della citt?.
La narrazione mediatica de L'Aquila ? stata a lungo dominata da un'immagine di "fallimento" o "progresso bloccato". Sebbene la ricostruzione privata sia in gran parte completata e quella pubblica avanzi, la percezione esterna ? ancora condizionata dal degrado visibile degli alloggi di emergenza e dall'abusivismo. Una comunicazione istituzionale iniziale, percepita come "incompleta e contraddittoria", ha probabilmente minato la fiducia fin dalle prime fasi, rendendo difficile modificare la narrazione prevalente.
La riattivazione di infrastrutture e servizi ? un pilastro fondamentale del recupero, ma procede a rilento.
A quindici anni dal sisma, la maggior parte dei Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio (MUSP) ? ancora in uso. Concepiti per durare cinque anni, questi "container evoluti" ospitano ancora gli studenti, con problemi di manutenzione e comfort. Degli interventi permanenti previsti per le scuole, solo una minima parte ? stata completata. Associazioni e comitati denunciano come la ricostruzione delle scuole pubbliche, soprattutto nel centro storico, non sia stata una priorit? per le amministrazioni.
L'ospedale San Salvatore ha subito danni gravissimi e il suo completo ripristino procede con significativi ritardi. Ali cruciali dell'edificio attendono ancora di essere completate e i pazienti continuano a essere ospitati in strutture prefabbricate. Questa vulnerabilit? dell'infrastruttura sanitaria incide sulla qualit? dell'assistenza e sull'attrattivit? della citt?.
Sono stati avviati progetti per modernizzare le infrastrutture, come un sistema Metrobus per migliorare il trasporto pubblico e un progetto di "smart tunnel" per proteggere e razionalizzare le reti dei sottoservizi (luce, gas, acqua, comunicazioni). Tuttavia, i danni ingenti subiti dalle reti primarie e i persistenti ritardi negli allacciamenti delle utenze indicano che i servizi urbani di base affrontano ancora sfide significative.
Nonostante le difficolt?, L'Aquila ha intrapreso un percorso di resilienza e rinascita culturale.
L'Aquila viene sempre pi? presentata come un "modello di ricostruzione e resilienza", una citt? che ha saputo rialzarsi. L'esperienza acquisita ? considerata un patrimonio di conoscenze, potenzialmente replicabile in altri contesti internazionali. Questo cambio di narrazione ? uno sforzo deliberato per trasformare l'identit? della citt? da vittima a simbolo di recupero e innovazione, cruciale per attrarre nuovi investimenti e talenti.
La designazione a Capitale Italiana della Cultura 2026 con il progetto "L'Aquila Citt? Multiverso" ? un traguardo fondamentale. Il progetto mira a promuovere coesione sociale, benessere, creativit? e sostenibilit?, ponendo L'Aquila come modello per le aree interne. Questo riconoscimento offre un'opportunit? unica per spostare la narrazione da "disastro e ricostruzione" a "vivacit? culturale e innovazione", potendo attrarre nuove fasce demografiche e diversificare l'economia.
L'integrazione degli sforzi di ricostruzione con le politiche di coesione europee e nazionali (come il Fondo di Sviluppo e Coesione e il PNRR) segna una transizione cruciale: da un mero recupero post-disastro a una strategia di sviluppo sostenibile a lungo termine. Questo approccio mira a creare un ambiente economico e sociale pi? robusto, diversificato e proiettato al futuro.
Le opportunit? per L'Aquila risiedono nella sua capacit? di capitalizzare sulla presenza di universit? e centri di ricerca. La sfida principale ? tradurre i quadri strategici e le designazioni culturali in benefici socio-economici tangibili, che affrontino le criticit? demografiche e promuovano una vera coesione sociale. Il successo a lungo termine dipender? dalla capacit? di superare l'etichetta di "citt? della ricostruzione" per abbracciare un'identit? di polo della conoscenza, della cultura e dell'innovazione.
La reputazione de L'Aquila ? un bilancio di luci e ombre. I successi della ricostruzione privata sono innegabili, ma le persistenti criticit? nel settore pubblico, nelle infrastrutture essenziali e nell'eredit? irrisolta dell'abusivismo edilizio continuano a pesare sulla percezione e sulla qualit? della vita. In questo contesto, la nomina a Capitale della Cultura 2026 offre un'opportunit? irripetibile per ridefinire la narrazione e accelerare una rinascita completa.
Per consolidare il recupero, si formulano le seguenti raccomandazioni strategiche:
Accelerare il Completamento della Ricostruzione Pubblica e delle Infrastrutture:
Promuovere uno Sviluppo Socio-Economico Sostenibile:
Migliorare la Governance e la Partecipazione Cittadina:
Capitalizzare sulla Rinascita Culturale per un Cambiamento Reputazionale:
Redazione
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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