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Il diritto all'oblio, o più correttamente il diritto alla cancellazione dei dati personali, è sancito a livello europeo dall'articolo 17 del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), n. 2016/679. Questo articolo conferisce agli interessati il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei propri dati personali e l'astensione da un'ulteriore diffusione, in particolare in relazione a dati resi disponibili online.
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In Italia, il GDPR è stato integrato e attuato dal Decreto Legislativo n. 196/2003, come modificato dal Decreto Legislativo n. 101/2018. Un'importante novità è stata introdotta dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022), che ha introdotto l'articolo 64-ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale. Questa norma riconosce specificamente il "diritto all'oblio degli imputati e delle persone sottoposte ad indagini", prevedendo la possibilità di richiedere la deindicizzazione dei provvedimenti giudiziari al termine del procedimento.
È fondamentale comprendere che "cancellare notizie da Google" non significa eliminare l'articolo dalla fonte originale (il sito web che lo ha pubblicato), ma piuttosto chiederne la deindicizzazione. In altre parole, si richiede a Google di rimuovere il link a quella pagina dai risultati di ricerca associati al proprio nome e cognome. La notizia rimarrà accessibile sul sito di origine, ma non sarà più facilmente reperibile attraverso una ricerca nominativa.
La richiesta di deindicizzazione non è un diritto assoluto, ma il risultato di un delicato bilanciamento tra il diritto alla privacy e alla reputazione dell'individuo e altri diritti fondamentali, quali la libertà di espressione e il diritto di cronaca. Google, e in caso di ricorso il Garante per la protezione dei dati personali, valuterà ogni richiesta sulla base di una serie di criteri.
I principali fattori presi in considerazione sono:
Il trascorrere del tempo: Più una notizia è datata, maggiori sono le probabilità che venga accolta la richiesta di deindicizzazione. Il tempo affievolisce l'interesse pubblico alla conoscenza di quella specifica informazione.
La rilevanza attuale della notizia: Se la notizia ha perso di attualità e non riveste più un interesse pubblico, è più probabile che venga deindicizzata.
La natura dell'informazione: Notizie riguardanti reati, soprattutto se di particolare gravità, potrebbero essere considerate di perdurante interesse pubblico, anche a distanza di tempo. Al contrario, notizie di cronaca minore o che riguardano aspetti della vita privata hanno maggiori probabilità di essere rimosse.
Il ruolo pubblico del richiedente: Le persone che ricoprono un ruolo pubblico (politici, personaggi dello spettacolo, etc.) godono di una tutela della privacy più attenuata, in quanto le informazioni che li riguardano possono essere di interesse per la collettività.
L'esito di eventuali procedimenti giudiziari: In caso di assoluzione, archiviazione o riabilitazione, le probabilità di ottenere la deindicizzazione di notizie relative a procedimenti giudiziari aumentano considerevolmente. La Riforma Cartabia ha ulteriormente rafforzato questa tutela.
L'inesattezza delle informazioni: Se la notizia riporta informazioni palesemente inesatte o non più veritiere, la richiesta di deindicizzazione ha solide basi.
Il processo per richiedere la deindicizzazione di una notizia da Google si articola in diversi passaggi. È consigliabile procedere con ordine e fornire tutte le informazioni necessarie per aumentare le possibilità di successo.
Il primo passo è inviare una richiesta formale a Google attraverso il modulo online predisposto. Ecco i passaggi da seguire:
Accedere al Modulo di Richiesta: Google mette a disposizione un modulo specifico per la "Rimozione di informazioni personali da Google". È facilmente reperibile cercando "Modulo richiesta rimozione Google" o "Modulo diritto all'oblio Google".
Compilare il Modulo in ogni sua parte:
Dati anagrafici del richiedente: Nome, cognome, indirizzo email di contatto.
Paese di residenza: Indicare l'Italia.
Identificazione della persona i cui diritti si intende tutelare: Specificare se si agisce per sé stessi o per conto di terzi (in tal caso, sarà richiesta una delega).
URL da rimuovere: È la parte più importante. Bisogna indicare l'indirizzo web esatto (URL) di ogni singola pagina di cui si chiede la deindicizzazione. È fondamentale essere precisi e inserire tutti gli URL pertinenti.
Query di ricerca: Specificare il nome e cognome (o le parole chiave) che, se digitate su Google, fanno apparire i link indesiderati.
Motivazioni della richiesta: Questa è la sezione in cui si deve argomentare dettagliatamente perché si ritiene di avere diritto alla deindicizzazione. È consigliabile fare riferimento ai criteri di valutazione sopra elencati, sottolineando ad esempio l'obsolescenza della notizia, la sua irrilevanza attuale, l'eventuale esito favorevole di un procedimento giudiziario, o l'impatto negativo sulla propria vita personale e professionale. È utile allegare eventuale documentazione a supporto (es. sentenze di assoluzione).
Inviare la richiesta e attendere la valutazione: Una volta inviato il modulo, Google prenderà in carico la richiesta e la valuterà. I tempi di risposta possono variare.
Parallelamente alla richiesta a Google, può essere utile contattare direttamente l'editore del sito web che ha pubblicato la notizia. Si può richiedere:
La rimozione dell'articolo: È la soluzione più drastica e difficile da ottenere, in quanto le testate giornalistiche sono spesso restie a cancellare i propri archivi.
L'aggiornamento dell'articolo: Se la notizia è superata o imprecisa, si può richiedere un aggiornamento che dia conto degli sviluppi successivi (es. l'assoluzione in un processo).
L'anonimizzazione dell'articolo: Si può chiedere di sostituire il proprio nome e cognome con le sole iniziali, in modo da rendere più difficile l'identificazione.
Contattare la fonte non è un passaggio obbligatorio per la deindicizzazione da Google, ma può rafforzare la propria posizione e, in alcuni casi, risolvere il problema alla radice.
Se Google respinge la richiesta di deindicizzazione, non tutto è perduto. È possibile presentare un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali, l'autorità amministrativa indipendente che in Italia ha il compito di vigilare sul rispetto della normativa in materia di privacy.
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Presentazione del Reclamo: Il reclamo può essere presentato compilando l'apposito modulo disponibile sul sito del Garante. È necessario allegare tutta la documentazione pertinente, inclusa la risposta negativa di Google.
Istruttoria del Garante: Il Garante avvierà un'istruttoria, chiedendo a Google di fornire le proprie controdeduzioni. L'autorità valuterà il caso in modo indipendente, bilanciando i diritti in gioco.
Decisione del Garante: Al termine dell'istruttoria, il Garante può:
Rigettare il reclamo, se ritiene che la decisione di Google sia corretta.
Accogliere il reclamo, ordinando a Google di procedere con la deindicizzazione. In alcuni casi, il Garante ha anche disposto la deindicizzazione a livello globale, ovvero da tutte le versioni del motore di ricerca.
I provvedimenti del Garante sono pubblici e consultabili sul suo sito web, offrendo un'interessante casistica delle decisioni prese in materia di diritto all'oblio.
In ultima istanza, contro la decisione del Garante o in alternativa al reclamo, è sempre possibile adire le vie legali e rivolgersi al tribunale ordinario per far valere i propri diritti. Questa opzione, tuttavia, comporta tempi e costi maggiori.
Essere specifici e documentati: Fornire a Google (e, se necessario, al Garante) tutte le informazioni e la documentazione utile a supportare la propria richiesta.
Argomentare in modo chiaro e conciso: Spiegare in modo convincente le ragioni per cui si ritiene di avere diritto alla deindicizzazione, facendo riferimento alla normativa e ai criteri di valutazione.
Considerare l'assistenza di un professionista: Per i casi più complessi, può essere utile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto delle nuove tecnologie e privacy, o a società di reputation management, che possono fornire un supporto qualificato nella gestione della procedura.
Avere pazienza: Il processo di valutazione può richiedere tempo. È importante essere perseveranti e, se necessario, percorrere tutte le vie a propria disposizione.
In conclusione, cancellare notizie da Google in Italia è un diritto tutelato dalla legge, ma il suo esercizio richiede una comprensione approfondita del quadro normativo e una procedura accurata. Il diritto all'oblio rappresenta un importante strumento per proteggere la propria identità digitale e per evitare che il passato possa condizionare indebitamente il presente e il futuro. Conoscere i propri diritti e le procedure per farli valere è il primo passo per riappropriarsi della propria narrazione online.
Cristian Nardi
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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