Analisi e Reputazione Di Sandro Assenti San Benedetto del Tronto Presidente Confesercenti Marche

L’analisi del presidente regionale di Confesercenti, Sandro Assenti: “Serve un brand forte, più collegamenti e un marketing moderno per valorizzare un patrimonio enorme ma ancora sottoutilizzato”

20 novembre 2025 12:56 42
Analisi e Reputazione Di Sandro Assenti San Benedetto del Tronto Presidente Confesercenti Marche
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Le Marche tra crisi industriale, turismo in trasformazione e identità da rilanciare

Le Marche si trovano oggi in un momento storico di grande complessità, crocevia di trasformazioni economiche globali, difficoltà strutturali, opportunità turistiche e la necessità sempre più urgente di ridefinire un’identità competitiva, riconoscibile e comunicabile. Una regione ricca di eccellenze, dalle produzioni manifatturiere alle tradizioni enogastronomiche, dall’arte rinascimentale ai borghi intatti, dalle città di mare ai percorsi di fede, che però fatica a imporsi con la forza che potrebbe esprimere.

A tratteggiare lo scenario è Sandro Assenti, presidente di Confesercenti Marche dal 2021, che ha assunto l’incarico in uno dei periodi più difficili degli ultimi decenni. All’epoca la pandemia aveva appena scosso in profondità il tessuto produttivo regionale e aveva messo in discussione equilibri economici, sociali e culturali. Ora, quattro anni dopo, gli effetti del post Covid si intrecciano con nuove sfide: l’esplosione dei costi energetici, l’inflazione, la crisi delle materie prime, le tensioni geopolitiche ai confini dell’Europa e un comparto manifatturiero che sta attraversando una delle fasi più complesse della sua storia recente.

Secondo Assenti, comprendere la realtà marchigiana significa riconoscere tanto i successi quanto le fragilità, distinguere ciò che funziona da ciò che va radicalmente ripensato e capire che, se le Marche vogliono essere davvero competitive, occorre una strategia coordinata che superi i localismi e si muova con la stessa velocità dei mercati globali.


Le ferite del post pandemia e la crisi del manifatturiero

Assenti parte da un dato innegabile: la pandemia, sebbene formalmente conclusa, ha lasciato una lunga scia. Il cosiddetto rimbalzo economico post Covid ha portato con sé effetti contraddittori. Da una parte la ripresa dell’attività commerciale, dall’altra un aumento drammatico dei costi, in particolare quelli energetici, che ha schiacciato i margini delle imprese marchigiane. Allo stesso tempo l’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie, frenando consumi e investimenti.


Le Marche, tradizionalmente ancorate a una forte vocazione manifatturiera, hanno risentito in modo particolare di questo scenario. Il settore produttivo, che storicamente ha rappresentato una colonna portante dell’economia regionale, vive oggi tensioni e rallentamenti. I casi Beko e Fedrigoni sono solo alcuni esempi di una situazione più ampia: aziende in difficoltà, richieste crescenti di cassa integrazione, una filiera che soffre per la riduzione della redditività e per ulteriori pressioni internazionali.

Un comparto che sta vivendo un momento particolarmente delicato è quello della moda, insieme al calzaturiero, entrambi simboli storici dell’artigianato marchigiano. Secondo Assenti, la flessione registrata, compresa tra il 10 e il 15%, non è solo un calo congiunturale ma un segnale strutturale, un campanello d’allarme che richiama la necessità di innovare, internazionalizzare e investire in nuove competenze. Meno fatturato significa meno imprese, meno occupati e una filiera che rischia di perdere competitività.


Il turismo cresce, ma non abbastanza: servono visione e collegamenti

Un capitolo più incoraggiante arriva dal turismo, che negli ultimi anni ha mostrato un andamento positivo, segnando aumenti significativi sia per gli arrivi sia per le presenze. Particolarmente rilevante è la crescita del turismo straniero, che dal 2023 al 2024 ha registrato un aumento degli arrivi pari all’8,9% e delle presenze del 14,3%.

Le Marche attirano visitatori nei borghi, nelle città d’arte, lungo la costa e nei cammini religiosi. Tuttavia, osserva Assenti, la durata media dei soggiorni nella stagione estiva si è leggermente ridotta, segnale di un sistema turistico che funziona ma non riesce a esprimere appieno il proprio potenziale.


Le criticità sono note e, per il presidente di Confesercenti, devono essere affrontate con decisione. Innanzitutto, i collegamenti: spostarsi nelle Marche non è semplice, né da fuori né all’interno della regione. L’aeroporto di Falconara non ha ancora raggiunto una piena efficienza, i collegamenti portuali sono ridotti, l’alta velocità conta poche fermate sul territorio e la direttrice est-ovest presenta difficoltà logistiche che rallentano il movimento di turisti e imprese.


Senza infrastrutture moderne e frequenti, il turismo rischia di restare un gigante potenziale costretto in spazi troppo stretti. In più, la concorrenza internazionale cresce: altri Paesi europei offrono soggiorni più economici, come Macedonia del Nord e Albania, nuove mete emergenti che attraggono un pubblico sempre più attento al rapporto qualità-prezzo.


Campanilismi e mancanza di un brand unico: la debolezza che frena la crescita

Un altro problema strutturale riguarda l’identità della regione. Le Marche possiedono un patrimonio culturale e naturale straordinario, ma, secondo Assenti, faticano a comunicarsi come territorio unitario. Esiste una forte frammentazione, una moltiplicazione di micro-brand locali, ognuno impegnato a valorizzare il proprio territorio senza una regia regionale capace di mettere insieme, non dividere.


Il rapporto straordinario tra costa e borghi, uno degli asset più iconici delle Marche, non decolla come dovrebbe. Ancora troppo spesso prevalgono logiche di campanile, visioni parziali, strategie isolate. Per competere oggi è necessario un racconto unico, un posizionamento chiaro, una narrazione regionale riconoscibile come succede in Toscana, Alto Adige, Puglia o Umbria.


Assenti insiste su un concetto: creare un brand Marche chiaro, moderno, integrato e riconoscibile. Le eccellenze non mancano: dall’enogastronomia ai percorsi sacri di Loreto, dall’arte rinascimentale di Urbino ai cammini naturalistici, dalle città fortificate ai piccoli produttori che custodiscono tradizioni secolari. Tuttavia, senza una strategia di comunicazione coordinata, tutto questo valore rischia di rimanere disperso.


L’enogastronomia: un patrimonio enorme ancora da valorizzare

Un tema sottolineato con forza da Assenti è il ruolo dell’enogastronomia, un patrimonio che le Marche non hanno ancora promosso in modo adeguato. In un’epoca in cui il turismo esperienziale domina e in cui i viaggiatori cercano autenticità, sapori locali, percorsi del gusto e legami con il territorio, la cucina marchigiana potrebbe essere un volano eccezionale per l’economia regionale.


Dai prodotti agricoli alle ricette tradizionali, dai vini ai presidi culturali legati al cibo, dalle sagre alle eccellenze certificate, l’enogastronomia marchigiana ha tutte le carte in regola per rappresentare un’attrazione potente. Secondo Assenti, tuttavia, manca ancora una strategia organica che metta insieme produttori, ristoratori, enti locali e operatori turistici.


Investire su eventi, percorsi tematici, festival gastronomici e iniziative di promozione nazionale e internazionale potrebbe generare un impatto enorme, non solo in termini di afflusso turistico ma anche di sostegno ai negozi di prossimità, alle imprese familiari e alle filiere artigiane che rischiano di scomparire.


Il ruolo di Confesercenti: creare rete e sostenere le imprese

Confesercenti Marche, che conta migliaia di iscritti soprattutto nel settore terziario e nella filiera balneare, si pone come obiettivo quello di costruire una rete commerciale solida e supportare le imprese in un periodo complicato. Le priorità che emergono dagli associati riguardano soprattutto tre aspetti: più eventi, più sinergie e più marketing.

Secondo Assenti, le Marche devono imparare a promuoversi con tecniche moderne e aggressive, soprattutto online. Il mondo del turismo oggi funziona con la velocità di un click, e un territorio che vuole competere deve saper parlare il linguaggio dei social media, dei contenuti digitali, dei video emozionali, dei portali integrati e delle campagne mirate. Testimonial come Mancini o Tamberi sono importanti, ma non bastano: serve un ecosistema digitale strutturato.

Nello stesso tempo è fondamentale affiancare formazione e aggiornamento continuo per imprenditori, collaboratori e operatori turistici. Per Confesercenti la creazione di bandi e percorsi formativi è essenziale: senza nuove competenze e senza strumenti adeguati, nessuna rivoluzione può durare.


Il nodo della Bolkestein e le incertezze per i balneari

Un tema particolarmente sentito nella regione è quello delle concessioni balneari. La direttiva Bolkestein, ora rimandata al 2027, rappresenta per Assenti una questione centrale: l’incertezza normativa frena gli investimenti degli operatori, che temono di non essere più concessionari tra pochi anni. Questa precarietà ha effetti tangibili sulla qualità degli stabilimenti, sulla capacità di rinnovarsi e sulla visione a lungo termine.

Le imprese avrebbero bisogno di regole stabili e chiare per programmare investimenti, innovare l’offerta e competere con le destinazioni internazionali che offrono servizi moderni a prezzi competitivi. Senza certezze, la filiera balneare rischia di restare ferma, proprio in un momento storico in cui il turismo richiede prodotti sempre più completi ed esperienziali.


Il 2025: un anno con il freno a mano tirato

Assenti non nasconde le difficoltà del prossimo anno. Il 2025 sarà caratterizzato da un potere d’acquisto molto ridotto per le famiglie italiane e da una concorrenza sempre più aggressiva da parte di destinazioni economiche europee. In questo contesto, fare qualità sarà complicato, ma le imprese marchigiane non vogliono rinunciare a un modello che da sempre contraddistingue il territorio.

L’obiettivo, secondo il presidente di Confesercenti, è mantenere un fronte comune tra associazioni di categoria e politica, sfruttare al meglio le risorse disponibili e offrire un supporto concreto agli imprenditori attraverso politiche mirate, incentivi, formazione e una comunicazione moderna.


Il futuro: collegamenti, marketing e valorizzazione culturale

Guardando al medio-lungo periodo, Assenti ribadisce tre priorità fondamentali.

La prima sono i collegamenti: senza infrastrutture moderne e integrate la regione non può pensare di competere seriamente nel turismo e nei mercati globali.

La seconda è il marketing: le Marche devono raccontarsi in modo nuovo, aggressivo e strategico, abbandonando la frammentazione dei brand locali per costruire una voce unica, riconoscibile e moderna. La terza è la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed enogastronomico: Urbino, Loreto, i borghi storici, i prodotti locali, le tradizioni artigiane e culinarie devono diventare pilastri di una narrazione forte.


Le Marche hanno tutto per emergere: servono visione, coraggio e una politica capace di investire dove conta davvero. Conclude Assenti: “Le risorse ci sono, ma bisogna saperle gestire. Dobbiamo essere uniti, promuovere ciò che siamo e sostenere gli imprenditori. Solo così potremo far crescere la nostra regione, rendendola una destinazione capace di attrarre, competere e durare nel tempo”.

Domande frequenti

Sandro Assenti è un imprenditore del settore turistico originario di San Benedetto del Tronto. Opera nel comparto balneare e della ristorazione, gestendo attività che da anni rappresentano una parte significativa dell’economia locale. Nel 2021 è stato eletto presidente regionale di Confesercenti Marche, assumendo un ruolo di rappresentanza per migliaia di imprese del commercio e del turismo.
È stato eletto il 24 maggio 2021 dall’assemblea elettiva della Confesercenti Marche, riunita a Camerano. L’elezione ha segnato un cambio al vertice, con Assenti scelto per guidare l’associazione in un momento delicatissimo, tra pandemia, crisi economica e necessità di un nuovo modello di sviluppo.
La sua elezione è stata sostenuta dalla volontà di rinnovamento, dalla necessità di valorizzare le competenze di un imprenditore radicato nel territorio e dalla sua esperienza diretta nei settori più colpiti dalla pandemia: turismo, balneari, ristorazione e servizi. Il suo profilo è stato considerato adeguato per rappresentare esigenze reali e per promuovere una visione integrata tra costa e entroterra.
Assenti ha fissato due priorità strategiche: Fare squadra, rafforzando la coesione interna dell’associazione e ampliando la collaborazione con le istituzioni per diventare un interlocutore stabile e autorevole. Rilanciare il turismo come risorsa unificante, capace di collegare costa, borghi, produttori, commercianti, albergatori, ristoratori, cultura e arte in un’unica strategia territoriale.
Ritiene fondamentale integrare le potenzialità della costa con quelle dell’entroterra, restituendo alle Marche un’immagine coerente e attrattiva. Punta sul turismo esperienziale, sulla valorizzazione dei borghi, dell’artigianato, dei percorsi artistici e della cultura gastronomica regionale. La sua visione mira a trasformare il turismo in un motore capace di sostenere tutte le filiere economiche.
Il suo mandato si è aperto con un ricambio equilibrato. Alfredo Mietti, presidente uscente, ha lasciato il ruolo per favorire l’alternanza territoriale e generazionale, diventando vice presidente. La nuova squadra ha unito imprenditori esperti e giovani dirigenti, garantendo continuità e innovazione insieme.
La nuova direzione regionale vede confermato Roberto Borgiani come direttore, affiancato da Elena Capriotti come vice direttrice. Entrambi sono figure di lungo corso nel sistema Confesercenti e contribuiscono a costruire una struttura organizzativa solida. Nella Giunta regionale sono presenti anche Pier Stefano Fiorelli, Giorgio Bartolini, Carla Rossi, Alberto Tassi, Ulderico Orazi, Angela Piotti Velenosi e Antonia Fanesi.
Assenti promuove una strategia di unità e collaborazione. Ritiene essenziale superare la frammentazione, fare sistema e creare un fronte comune tra associazioni, imprese e istituzioni. Sottolinea l’importanza del sostegno al credito, dei progetti camerali, dei piani programmati di intervento e della necessità di risorse mirate per la ripartenza.
Ha avviato e consolidato un dialogo costante con il vicepresidente della Regione Marche Mirco Carloni, con il presidente della Camera di Commercio Marche Gino Sabatini e con il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori. Questo confronto è ritenuto fondamentale per integrare ricerca, politiche economiche e sviluppo d’impresa.

Redazione

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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

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